Un caso scomodo quello dei 43 studenti di Guerrero, scomparsi nel 2014 dopo aver preso un autobus per dirigersi a una protesta. Un caso considerato nella storia del Messico, uno dei peggiori tra quelli che riguardano i diritti umani. La vicenda è tornata sotto i riflettori la scorsa settimana, quando la commissione d’inchiesta istituita per far luce sull’accaduto ha definito il caso di otto anni fa un “crimine di stato” che avrebbe coinvolto agenti di varie istituzioni.
Poche ore prima della sua morte, Fredid Roman nel post su Facebook ha citato un presunto incontro tra quattro funzionari al momento della scomparsa degli studenti, tra i quali l’ex procuratore generale Jesus Murillo Karam. E forse non sarà stato un caso che proprio l’ex procuratore generale Jesus Murillo Karam sarebbe stato arrestato la scorsa settimana insieme a militari, poliziotti e narcotrafficanti dopo la pubblicazione del rapporto della commissione.
Fredid Roman è il 15esimo giornalista ucciso in Messico. Il 16 agosto un altro giornalista Juan Argon Lopez, 62 anni, è stato trovato morto a città di San Luis Rio Colorado, vicino al confine con gli Stati Uniti. Era scomparso il 9 agosto. Lopez era il fondatore della pagina Facebook di notizie “A qué le temes” ovvero “Di cosa hai paura”, è stato scoperto nella cittadina di San Luis Rio Colorado, vicino al confine con gli Stati Uniti, ha detto il procuratore generale Sonora Indira Contreras ai giornalisti.
Secondo l’accusa, la causa della morte sarebbe stato colpo alla testa con un oggetto appuntito. “Nessuna linea di indagine è stata tralasciata” ha detto il procuratore.
L’organizzazione non governativa Reporter senza frontiere considera il Messico uno dei paesi più pericolosi al mondo per la stampa. La maggior parte di questi omicidi rimane impunita.
* Rainews
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Messico, ucciso ennesimo giornalista: era il direttore del portale La Realidad