Pubblicare il video di uno stupro è un’altra violenza nei confronti della donna che lo ha subito
Le Commissioni Pari Opportunità del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, FNSI, USIGRAI e Giulia giornaliste condannano chi usa il corpo delle donne solo per raccogliere visualizzazioni .
Un Osservatorio sui social e sui media, che le Cpo di Fnsi, Usigrai, Cnog e Giulia sollecitano da tempo ai Ministeri e alle istituzioni competenti, permetterebbe non solo di segnalare una comunicazione violenta, contraria ai principi del Manifesto di Venezia e dell’articolo 5bis del Testo unico deontologico, ma anche di spiegare come si utilizzano parole e immagini, per una piena affermazione dei diritti delle donne e per una narrazione corretta della violenza.
Non come accaduto per l’ennesima volta in queste ore, aggiungendo violenza a violenza feroce, usata con il solo scopo di attrarre pubblico, ottenere click e indirizzare il consenso.
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Facebook e Twitter hanno rimosso il video dello stupro condiviso da Meloni e Salvini: perché e com’è successo [di Emanuele Capone] https://t.co/gxtDDIWtan
— Repubblica (@repubblica) August 23, 2022
La vittima dice di essere stata riconosciuta e per questo è "disperata" https://t.co/PDolEBvpN6
— RaiNews (@RaiNews) August 23, 2022
Sul video dello stupro a Piacenza il Consiglio Nazionale Ordine dei Giornalisti, FNSI, USIGRAI e Giulia giornaliste condannano chi usa il corpo delle donne solo per attrarre pubblico, ottenere click e indirizzare il consenso – https://t.co/fLcydS3DSo pic.twitter.com/cCwnTRHlL2
— DataMediaHub (@DataMediaHub) August 23, 2022
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