Sfregiare la lapide dedicata a Tina Anselmi è stato un atto disgustoso. Dedichiamole una piazza
Qualche giorno fa, a Torino, mani disgustose hanno sfregiato la lapide dedicata a Tina Anselmi, staffetta partigiana, prima donna ministra, cresciuta alla scuola dei Dossetti, dei cattolici democratici, in quella sinistra Dc che ha ospitato anche i Moro, e i Mattarella, Piersanti e Sergio, per citarne solo alcuni.
L’episodio è stato qui raccontato, con la prontezza e la sobrietà di sempre, da Mimma Caligaris che ci ha anche fatto sapere che la Torino democratica e antifascista ha già sanato l’oltraggio, nella materia e nello spirito.
Non sappiamo chi abbia ideato ed eseguito una tale scelleratezza, ma sappiamo tante altre cose.
Sappiamo, per esempio, che Tina Anselmi è sempre stata odiata dagli squadristi, perché, giovanissima, aveva scelto di diventare staffetta partigiana.
Sappiamo che gli oscurantisti di ogni colore non avevano mai sopportato che, una donna, diventasse ministra e, per di più, avesse nel cuore gli umili, gli ultimi, gli sfruttati.
Ancora meno l’avevano sopportata nel suo ruolo di presidente della commissione di inchiesta sulla loggia P2 e sulle sue infiltrazioni nelle istituzioni, nelle forze armate, nei servizi di sicurezza, nel giornalismo, nella politica.
Nel suo lavoro non aveva riguardi per nessuno, neppure per gli amici di partito o di corrente.
Questo suo rigore le aveva attirato, per tutta la vita, sino agli ultimi giorni, il risentimento di chi non aveva mai digerito quella inchiesta che aveva scoperchiato la “trattativa” tra logge, bande, servizi corrotti e apparati dello Stato.
Sino all’ultimo giorno Tina Anselmi non è mai venuto meno a quella tensione etica, religiosa persino, che l’aveva indirizzata verso la lotta partigiana e antifascista.
Per tutte queste ragioni, e non solo, ci è subito piaciuta la proposta lanciata da Sandra Bonsanti, presidente di libertà e giustizia, amica di tina Anselmi, giornalista coraggiosa, sempre in prima linea nello svelare le trame dei golpisti di ogni risma, di dedicare e intitolare a Tina Anselmi , Piazza San Macuto e dintorni, a Roma, i luoghi che l’hanno vista presidente della commissione di inchiesta sulla loggia P2 e strenua sentinella della Costituzione antifascista. Se non ora quando?
* Presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana
Fonte: Articolo21
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