Droga e criminalità in Spagna
Finché la dittatura ha tenuto la Spagna relativamente isolata dall’economia europea, dalla cultura e dai nuovi costumi che si andavano diffondendo attraverso i media, anche la diffusione della droga era piuttosto ridotta. La situazione è cambiata notevolmente negli anni Novanta che sono stati contrassegnati da ben tristi primati in questo ambito.
Sebbene sia l’hashish la droga di maggiore diffusione, il consumo di eroina ha portato la Spagna ad aver in Europa il più alto numero di malati di Aids (le regioni più colpite sono state i Paesi Baschi, la Catalogna e Madrid).
Oggi si è andata sempre più affermando la cocaina ed i sequestri di questa sostanza 36.888kg, effettuati in un anno dalle forze di polizia, pongono il paese in terza posizione subito dopo il Belgio (70.254kg) ed i Paesi Bassi (48.891kg), come emerge dalla relazione dell’EMCDDA 2022 (l’Osservatorio europeo sulle droghe e le tossicodipendenze). Rimane alto, tuttavia, anche il consumo dell’eroina (con un numero di decessi molto alto, 546 nel 2020, dopo la Germania con il numero più alto, 1.581) come si può rilevare dall’ingente sequestro annuo di 6.769kg (record in ambito UE).
Le ultime novità sul mercato, poi, dedicate soprattutto ai giovani e giovanissimi frequentatori di discoteche, sono le droghe sintetiche, soprattutto lo “speed” (solfato di amfetamina) e l’ecstasy (Mdma) dove pure si registra il record europeo di 1.535.844 pastiche sequestrate (incluse quelle di Mda e Mdea).
La Spagna costituisce però non solo un bacino di consumo, ma anche una stazione di transito della cocaina e della cannabis (e derivati) provenienti dal Sud America e dal Marocco, destinate ai mercati europei. Soprattutto per quanto riguarda l’America latina, i contatti sono favoriti più che mai dalla identità di lingua e di cultura e dalla presenza sul territorio spagnolo (soprattutto in Galizia) e portoghese, di gruppi consistenti di immigrati latino-americani.
La cocaina arriva per via aerea o marittima con la preferenza di quest’ultima per le notevoli quantità che si possono, di volta in volta, trasportare. Le regioni spagnole nelle quali si realizza questo tipo di traffico sono, oltre alla Galizia, l’Andalusia, la Murcia, la regione di Valencia e la Catalogna.
Se si ricorre al trasporto aereo, si utilizzano soprattutto velivoli a noleggio e, con l’intervento di esponenti locali, si risolvono i problemi di sdoganamento della merce. Dal Marocco, e precisamente dalle regioni di Ketama, Xanen e Gaza, viene l’hashish, che è la droga più diffusa sul mercato interno spagnolo, ma che vi transita, anche in quantità rilevanti destinate al di là dei Pirenei, nei Paesi Bassi, in Germania, Francia, Italia, Inghilterra. Questo commercio è strettamente legato a quello della cocaina; infatti, spesso, i carichi sudamericani vengono deviati, per ragioni di sicurezza, verso i porti marocchini e i narcos galiziani e marocchini (ma sono implicati anche gli italiani) mettono in contatto i due settori della cocaina e dell’hashish, operando in stretto contatto con i colombiani e i portoghesi, i venezuelani e i boliviani, utilizzando le precedenti e collaudate strutture del contrabbando di tabacco.
La regione della Galizia è il perno d tutte queste attività e qui vanno a rifornirsi i vari trafficanti; di qui partono i Tir che trasportano i carichi a destinazione nei vari paesi europei. Le basi principali di questo commercio sono Ceuta e Melilla, alle quali fanno riferimento anche i trafficanti italiani come hanno evidenziato le numerose attività di indagine delle polizie dei due paesi (per esempio con le operazioni antidroga del 2021 Mixtus, Buon vento genovese, Platinum Dia, Manila). Anche da queste parti la “ndrangheta è dominante con una fiorente attività di negoziazione di stupefacenti “avvalendosi di solide relazioni con organizzazioni criminali internazionali” (Relazione DIA, primo semestre 2021).
La criminalità in Spagna non è strutturata in poche e ben organizzate famiglie ma è costituta da una miriade di piccole organizzazioni che talvolta si alleano temporaneamente o stipulano accordi relativi ad un determinato “affare” o per ripartirsi fette di mercato. Si tratta di micro organizzazioni che presentano a volte una struttura gerarchica ma che operano sul territorio con una grande mobilità e libertà trattando affari di vario genere, con partner altrettanto variabili.
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