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Napoli, giovedì 21/7 in ricordo di Fabio De Pandi

Iod edizioni il . Brevi, Campania, Cultura, Giovani, Mafie, Memoria

Giovedì, 21 luglio 2022, dalle 17 alle 19, presso la Sala della Mehari e della Memoria al Palazzo delle Arti di Napoli (Via dei Mille, 60) 

Per ricordare Fabio De Pandi il piccolo principe, ucciso dalla camorra a soli 11 anni il 21 luglio del 1991

La Iod edizioni impegnata da anni a fare Memoria in una città e in una regione con oltre 500 vittime innocenti delle camorre, criminalità e terrorismo, invita tutti i cittadini di buona volontà a partecipare, anche per pochi minuti, al Ricordo di Fabio De Pandi, nel giorno dell’anniversario della sua morte per mano di camorristi.

“Fabio aveva solo undici anni quando fu colpito mortalmente, il 21 luglio 1991, da un proiettile vagante al rione Traiano. Sognava, come tutti i bambini in estate, di andare al mare. E chissà quanti altri sogni avrebbe potuto e voluto realizzare, negli anni a venire. A Fabio è stato impedito di essere grande”.

Cosa accadde il 21 luglio del 1991

“Sognava di andare in vacanza con i suoi amici, trovò la morte in una calda sera di luglio. Fabio De Pandi, figlio di Gaetano e Rosaria, aveva appena 11 anni quando un colpo di pistola sparato nel corso di un agguato camorristico nel Rione Traiano, a Soccavo, quartiere alla periferia di Napoli, lo ferì a morte. Non ci fu verso di salvarlo. Il padre, Gaetano, insieme ad un amico, lo caricò in auto e corse veloce verso l’ospedale San Paolo di Napoli. Morì dissanguato.”

Il dolore dei genitori

“Fino ad allora i De Pandi erano una famiglia felice e non lo sapevano. Il papà garantiva un tenore di vita abbastanza soddisfacente. Rosaria la moglie, casalinga, quarantuno anni all’epoca dei fatti, si dedicava ai due figli, Stefania, di tredici anni e Fabio di undici. Quel colpo di pistola, sparato da un camorrista per uccidere il capo del clan avversario, ferì a morte invece il piccolo Fabio.

Credo non ci sia dolore più atroce di quello che si prova con la perdita di un figlio. «Sì, il nostro dolore – dice Gaetano in questo racconto – per quanto gli altri lo possano immaginare, non possono mai capirlo come chi l’ha vissuto sulla propria pelle». Gaetano e Rosaria stavano impazzendo. Deve essere stato terribile aprire la porta della stanzetta dove fino alla sera prima dormiva Fabio e non vedere nessuno nel suo lettino. Un’assenza che ha generato odio, rancore, voglia di andare a cercare gli assassini di Fabio e “fargli fare la stessa fine.

Col passare del tempo i genitori di Fabio, Gaetano e Rosaria, pur non trovando la pace interiore, hanno trovato maggiore serenità. Si sono dedicati all’altra figlia, aiutandola nel percorso di crescita e cercando di elaborare il lutto attraverso l’impegno sociale, testimoniando nelle scuole, con i giovani, la loro dolorosa storia.”

La strage degli innocenti

“In Campania non c’è solo Fabio De Pandi. Sono 45 i minori vittime innocenti della criminalità. Una strage degli innocenti silenziosa, che rischia di non far parte della memoria collettiva perché i ricordi non si ereditano, si apprendono. Trasmettere alle nuove generazioni le storie come quelle di Fabio è soprattutto un dovere civico. Ma è anche un modo per tenere vivo il ricordo di un ragazzo, “il piccolo principe” che ora non sogna più.” (Raffaele Sardo, autore del libro Fabio De Pandi, il piccolo principe, Iod edizioni)

Cosa faremo giovedì 21 luglio 2022

Visitare la Sala della Mehari e della Memoria al PAN.

Raccontare la storia del piccolo Fabio.

Leggere alcuni brani del libricino del giornalista Raffaele Sardo Fabio De Pandi. Il Piccolo principe

Distribuire gratuitamente ai presenti copia del libro

Presentazione del prossimo appuntamento per ricordare un’altra vittima innocente.

Il valore della memoria e della testimonianza

La Iod edizioni ha fondato tutta la sua attività editoriale sul tema della Memoria.

Consapevole che ogni nuova generazione ha necessità di apprendere i ricordi, le testimonianze, le narrazioni e le storie del passato, tra le quali quelle delle vittime innocenti della violenza criminale e delle mafie. Adoperarsi per mantenere in vita la memoria di coloro che sono stati ammazzati dalla barbaria criminale, e non solo, ha significato, per la Iod edizioni, dedicarsi con impegno al mondo della letteratura civile,  che, da sempre, ha il coraggio di presentare, sulla scena della nostra contemporaneità, la lingua, i valori, le atmosfere, i profumi, i sapori, i luoghi, gli amori, le amicizie, e le preoccupazioni di un mondo vissuto con intensità da donne, uomini e bambini, che la violenza criminale e la non curanza delle istituzioni ha respinto nel buio dell’oblio.

Solo grazie ad una scrittura responsabile i lettori, in particolare i giovani per la loro curiosità e vitalità, e gli adulti per il dolore degli affetti e delle cose perse, possono ritrovare il senso profondo della vita. E lottare per un mondo senza violenza e più giusto.

Collana cronisti scalzi | dedicata alla memoria di Giancarlo Siani

“Cronisti Scalzi” è la nuova collana della Iod edizioni che ha l’ambizione di raccogliere i racconti, le narrazioni e le storie di giovani autori, scrittrici e scrittori, critici letterari e cronisti delle periferie, dentro e fuori le mura delle nostre città, impegnati a resistere, attraverso la libera scrittura,  a un mondo della cultura che va sempre più adeguandosi al conformismo del pensiero dominante. Vogliamo dare, così, spazio, insieme ad autorevoli voci della letteratura civile e al giornalismo d’inchiesta, a quei autori che continuano a essere presenti sul posto, a piedi scalzi, e che conservano la memoria, lo stile e il metodo di ricerca e di narrazione di Giancarlo Siani, giornalista precario, ucciso dalla camorra la sera del 23 settembre del 1985, e definito da Erri De Luca «cronista scalzo». «Giancarlo era un giornalista scalzo, non aspettava le notizie per riportarle, ma cercava il meccanismo sanguinoso che le produceva.»

La Sala del memoriale, progettata dalla Iod edizioni, nel Palazzo Arti di Napoli  espone la Mehari di Giancarlo Siani, il cronista del “Il Mattino” ucciso dalla camorra il 23 settembre 1985, una mostra a lui dedicata, le foto della mostra NONINVANO con i volti e i nomi delle vittime innocenti della criminalità in Campania, e infine i volti e i nomi dei 28 giornalisti italiani uccisi da mafie, terrorismo e in missioni all’estero. La volta della Sala raccoglie tutti i nomi delle 500 vittime innocenti, trasformando la volta stessa in un cielo stellato di nomi, facendo riferimento ai versetti (Baruc 3, 34-35)

Le stelle brillano dalle loro vedette
e gioiscono; egli le chiama e rispondono: «Eccoci!»
e brillano di gioia per colui che le ha create.

Il progetto della Sala è stato sostenuto materialmente dalla Fondazione Polis della Regione Campania, dal Comune di Napoli e dall’ Ordine dei giornalisti della Campania, con la partecipazione del Coordinamento campano dei familiari delle vittime innocenti della criminalità.

Brano tratto dal libro di Raffaele Sardo

Fabio De Pandi. Il piccolo principe

«Che fosse un proiettile, l’ho capito quando Fabio si è lamentato: “Papà, vedi che mi è successo”, ha detto il mio bambino. Ho alzato la maglietta» dice Gaetano con un tono di voce concitato come se rivivesse quei momenti, «e ho visto che c’era sangue. Mia moglie ha cominciato a urlare. È sceso il mio amico. Non abbiamo perso tempo. Ho pensato di correre in ospedale. Io a guidare l’auto e il mio amico sul sediolino di fianco con Fabio in braccio. Sono partito come un razzo alla volta dell’ospedale  San Paolo che si trova a circa tre chilometri dal luogo della sparatoria. Ho fatto tutto il vialone del Rione Traiano a velocità supersonica. Ho imboccato la strada di Monte Sant’Angelo e mentre continuavo a correre, una macchina ha fatto il possibile per avvicinarsi alla nostra auto. C’era traffico, mi sono infilato dappertutto. Quest’auto mi correva dietro ed è riuscita ad affiancarmi. Erano quelli che avevano sparato. Nonostante la mia folle corsa, cercavano di avvicinarsi a me per capire cosa avessero combinato con i colpi che avevano sparato. Una persona si è sporta dal finestrino, voleva vedere chi era il ferito. Quella persona qualche giorno dopo l’ho rivista sui giornali. Era Amedeo Rey, il killer che aveva fatto fuoco, un affiliato al clan di Ciro Puccinelli. Poi ho saputo che la loro era una spedizione di morte per uccidere il capo del clan avversario, Mario Perrella. Mentre proseguivo verso l’ospedale San Paolo, ho visto mio figlio chinare la testa su un lato. “Gaetano, si è fatto pipì addosso” ha detto quasi contemporaneamente il mio amico. Ho capito che era finito, ma non l’ho voluto accettare» dice Gaetano commuovendosi. Si ferma un attimo, tossisce per riprendere fiato. I suoi sono quasi singhiozzi. Dopo pochi attimi, riprende a raccontare.»

Appuntamento

Giovedì, 21 luglio alle ore 17.00

Sala della Mehari e della Memoria

Palazzo delle Arti di Napoli,

Via dei Mille, 60

Il volumetto

Fabio De Pandi

Il piccolo principe

di Raffaele Sardo

Iod edizioni

iodedizioni@gmail.com

www.iodedizioni.eu

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