Aldilà delle differenti valutazioni che vi possano essere su responsabilità ed operato degli attori in campo, riteniamo che la drammaticità del momento e le tante domande di dignità della società non abbiano bisogno di una crisi perché ne uscirebbero ancora più compromesse. Ne pagheremmo tutti le conseguenze, soprattutto chi già è o sarà più colpito dal convergere, in una tempesta perfetta, di più crisi lontane dall’essere risolte, come la guerra globale, l’esodo dei rifugiati e di tanti poveri, l’inflazione e l’esplosione delle diseguaglianze, la pandemia e le devastazioni conseguenti alla crisi climatica e alle violenze sull’ambiente. Il tutto mentre nel nostro Paese crescono in modo preoccupante poteri criminali, corruzione e mafie.
Chiediamo al Presidente del Consiglio, Mario Draghi e alle forze politiche che l’hanno sostenuto di trovare prontamente una composizione delle differenti posizioni.
Non si tratta di minimizzare la realtà o ignorare le differenze: la democrazia è anche conflittualità non violenta tra posizioni spesso divergenti. La politica ha il compito di attraversare il conflitto per trovare la migliore soluzione, le elezioni non sono comunque lontane a venire ma in questo momento ci sono molti cantieri aperti (Pnrr, Decreto semplificazioni, misure urgenti per i redditi bassi, crisi energetica) e le troppe urgenze dettate dal bene comune reclamano che le conflittualità siano gestite e trovino rapidamente un’intesa.
Noi porteremo avanti nella società, con sempre maggior impegno, le nostre istanze e le nostre proposte di cambiamento economico e sociale, ma ora una crisi non serve a nessuno.
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