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L’altra “guerra”, quella quotidiana contro la criminalità mafiosa e comune

Piero Innocenti il . Criminalità, Forze dell'Ordine, Mafie, SIcurezza, Società

C’è anche un’altra guerra che si combatte oltre a quella in Ucraina causata dalla aggressione della Russia ed è quella che prosegue nel nostro paese, da anni, contro la criminalità italiana e straniera, mafiosa e comune.

Uno scontro che negli ultimi tempi ha assunto aspetti preoccupanti per talune modalità criminali e per la frequenza con cui tali fatti si verificano. Fatti gravissimi che spesso restano confinati in un ambito informativo ristretto, sui quotidiani locali e non creano, quindi, allarme diffuso e generalizzato nel contesto sociale nazionale già provato dalla persistente e sempre grave situazione sanitaria collegata ai contagi da Covid 19 e dalle drammatiche immagini in diretta, quotidiane, del conflitto in Ucraina.

Sono i tanti episodi di delinquenza che si verificano in molte zone del paese ai quali le ridotte forze di polizia cercano con grande impegno di dare risposte appropriate che offrono un panorama criminale pessimo, penoso.

A cominciare da uno degli ultimissimi episodi di violenza, tra due giovanissimi, a Napoli, dove al termine di un litigio tra ragazzini, in un campetto di un parco pubblico, uno dei due ha conficcato una chiave di accensione dello scooter nel cranio dell’altro che è stato ricoverato in ospedale in prognosi riservata. Non ho ricordi di una brutalità del genere.

Ad Acerra (Napoli), in pieno centro cittadino si affrontano a pistolettate due ventenni già noti alle forze dell’ordine per piccoli precedenti ed entrambi restano uccisi. Sull’autostrada A14, nel tratto compreso tra Bitonto e Molfetta, l’assalto ad un portavalori ad opera di un commando di almeno sette rapinatori che incendiano tre autovetture e due Tir per bloccare il veicolo e coprirsi la fuga ma che non riescono ad aprire il blindato dopo averlo speronato (diversi gli episodi analoghi accaduti sempre sulla A14 negli ultimi anni, riconducibili, spesso, alla criminalità foggiana).

E ancora, bambini di 11 anni messi in strada a Torino, a spacciare come accertato dai carabinieri che nelle tasche dei baby pusher hanno trovato ben 1.500 euro frutto dell’attività di spaccio; e per finire, un trentunenne originario dell’Honduras viene accoltellato in piazza a Varese, sembra per vicende collegate alla droga.

“Silenziose” ormai da tempo le mafie italiane con strategie più collegate alla capacità di operare in forma imprenditoriale per rapportarsi sia con la Pubblica Amministrazione, sia con i privati “per acquisire nel primo caso appalti e commesse pubbliche, nel secondo per rafforzare la propria presenza in determinati settori economici scardinando o rilevando imprese concorrenti o in difficoltà finanziaria” (relazione DIA, 2020).

Diverse le battaglie vinte dalle forze di polizia e dalla magistratura negli anni (la politica è distratta da tempo) e, tuttavia, la guerra non è mai terminata ne, ritengo finirà, tanto più che nel panorama criminale nazionale si sono inserite diverse organizzazioni criminali straniere che rappresentano ormai una componente rilevante e in continua ascesa. Basti pensare ai numerosi pronunciamenti giudiziari che hanno riconosciuto alle strutture cinesi, ai cults nigeriani e ad una compagine di matrice romena, le connotazioni tipiche dell’organizzazione e dell’agire mafioso.

Per vincere la guerra contro le mafie bisognerebbe tranciare quella convergenza di interessi che hanno con altre organizzazioni criminali, logge massoniche segrete, pezzi deviati delle istituzioni, mondo degli affari e della politica. Operazioni irrealizzabile.

Resta, allora, da controllare e reprimere con maggiore forza la criminalità comune, violenta, di strada che sta dilagando sempre di più e che è fonte di grande apprensione tra i cittadini che vogliono poter vivere tranquillamente nelle loro case e passeggiare senza il pericolo costante di essere borseggiati o rapinati. E per questo occorrono, come ripeterò sempre, più poliziotti e carabinieri sulle strade come prevenzione generale di polizia che è l’aspetto fondamentale.

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L’Italia resta il paese preferito dai delinquenti

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