In quattro in una smart. L’inchiesta comincia. Diario della 11a edizione del Premio Morrione
Oggi è stata una giornata impegnativa: siamo a Roma, abbiamo vissuto l’emozione della conferenza stampa nella sede Rai, di conoscere gli altri finalisti, di condividere il nostro primo gelato.
Ma non è ancora finita: dobbiamo incontrare per la prima volta il nostro tutor, Francesco Piccinini, che non era fisicamente presente alla conferenza stampa.
Dove facciamo il meeting? In questa zona di Roma non sappiamo dove andare e l’unica soluzione accettabile pare rinchiuderci nella smart blu di Ludovica, croce e delizia nel traffico di Roma Nord. È qui che inizia la nostra inchiesta, in uno spazio angusto con i piedi sulle spalle le une delle altre, in videochat il nostro tutor Piccinini che fin da subito è un vulcano di proposte e suggerimenti.
Tanto entusiasmo, tante, tantissime idee, forse anche troppe…dobbiamo capire in che direzione guidare la nostra smart per tracciare un percorso nella complessità delle cose.
Poi, le nostre vie, almeno geograficamente, si separano di nuovo. Sofia e Margherita tornano in Olanda e Ludovica rientra a Grottaferrata, il lavoro di investigazione continua online. Abbiamo tanto da leggere, rapporti da scartabellare, associazioni da tenere d’occhio, e connessioni da cogliere. Per ora i pomeriggi di lavoro li passiamo davanti a uno schermo. I contorni dell’inchiesta si fanno lentamente un po’ più meno sfocati. Inviamo le prime richieste FOIA, iniziamo a contattare le fonti per le prime interviste online. Rimaniamo sempre in contatto, tra messaggi e chiamate, tra noi e insieme a Piccinini.
Tra le prime fonti, una si rivela più importante di altre. La smart della nostra inchiesta sterza in una direzione che non avevamo previsto ma che offre tanti nuovi validi spunti. Il contesto intorno alla nostra ricerca si fa più chiaro, e così anche la sua attualità.
É trascorso oltre un mese dal 15 marzo. Man mano che passano i giorni, ci appassioniamo sempre di più; l’idea che questa investigazione possa esporre una dimensione che ha un impatto così pervasivo ma poco conosciuto in Italia non ci abbandona. Siamo sicure che la nostra piccola smart potrà andare ancora molto lontano.
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