L’editto bulgaro vent’anni dopo
Per l’evento del 25 aprile che insieme al Comune di Lizzano in Belvedere Articolo 21 ha organizzato a Pianaccio, dedicato a Enzo Biagi e ai vent’anni dall’editto bulgaro, è doveroso ringraziare i partecipanti: Bice Biagi, Daniele Luttazzi, Marco Travaglio, Pif, Sigfrido Ranucci, Paolo Maini, il nostro Beppe Giulietti, non ultimo Francesco Cavalli per la perfetta regia.
I temi affrontati sono stati tanti oltre a quello dell’editto. Il giorno della Festa della Liberazione dell’Italia dai nazifascisti e il ricordo di Enzo Biagi che fu partigiano nella Brigata Giustizia e Libertà, ci hanno permesso di parlare della Resistenza dopo l’8 settembre ’43 e del bisogno di Pace per il sangue di innocenti che scorre nella vicina Ucraina per l’aggressione della Russia di Putin, senza dimenticare le tante guerre nel resto del mondo.
Chi avrà voglia e tempo per vedere il video dell’evento pubblicato sul nostro sito capirà perché i vent’anni dall’editto bulgaro sono stati ricordati il 25 aprile. Come raccontava Biagi “ogni giorno bisogna resistere a qualcosa” e soprattutto “la Libertà non si può avere per decreto la si deve conquistare giorno per giorno”.
Tra i tanti fatti raccontati durante l’evento, uno ha colpito particolarmente i partecipanti e il pubblico presente, quando ho citato, facendo vedere poi il video dell’intervento di Berlusconi a Bologna al congresso di AN datato 5 aprile 2002, (tredici giorni prima dell’editto bulgaro del 18 aprile) dove per la prima volta pubblicamente, l’allora presidente del Consiglio, accusò Biagi, Luttazzi e Santoro, di aver fatto “un uso criminoso della tv”, a dimostrazione che l’editto dovrebbe chiamarsi “bolognese” e che l’accusa contro il trio e le nostre redazioni non era una sua “boutade” di fronte a qualche industriale italiano convinto che non ci fosse la presenza di qualche giornalista, come Berlusconi ha raccontato più volte in tv, lui voleva vendicarsi colpendo e eliminando per sempre dalla messa in onda della Rai quei pochi che gli avevano resistito tenendo la schiena dritta, per dare una lezione a tutta l’informazione.
Con Luttazzi c’è riuscito: manca dalla Rai da allora; Santoro tornò in onda grazie a cinque sentenze a suo favore, Biagi dopo cinque anni a 86 anni, qualche mese prima di morire.
Una domanda, durante l’evento è sorta spontanea: “Se tutti noi avessimo, dopo Bologna, immediatamente reagito sarebbe accaduto quello che poi è avvenuto?”
Tenendo conto che il 5 aprile al vertice della Rai non c’erano ancora i sottoposti del piduista Berlusconi mentre il 18 i direttori erano quelli nominati da lui, proni a Mediaset.
La realtà è che da quel giorno si aprì una delle pagine più buie della Rai, più in generale della libertà d’informazione nel Paese, gli atti di censura si moltiplicarono oltraggiando l’Articolo 21 della Costituzione: il diritto dei cittadini di essere informati e il diritto-dovere di informare.
Buona visione
Fonte: Articolo 21
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