Fare inchiesta significa andare fino in fondo. Intervista al tutor Arcangelo Ferri
Tutor giornalistico della categoria radio – podcast d’inchiesta è Arcangelo Ferri, caporedattore centrale di Gr Radio Rai e Radio 1.
Autore di numerose inchieste radiofoniche e televisive, Arcangelo Ferri ha conosciuto Roberto Morrione lavorando con con lui a Rainews24, prima come caporedattore interni e poi come caporedattore centrale. Già inviato speciale in Italia e all’estero per Radio RAI, ha insegnato tecniche di investigazione alla Scuola di giornalismo della Fondazione Basso.
Gli abbiamo rivolto sei domande per capire come affronterà il ruolo di tutor e conoscere la sua idea di giornalismo d’inchiesta.
Perché hai accettato il ruolo di tutor del Premio Morrione? Che cosa significa per te?
E’ un onore. Roberto Morrione è stato il mio maestro, e non soltanto nella professione. Negli anni, il gruppo di lavoro del Premio Morrione è diventato un punto di riferimento e di elaborazione di idee e contenuti per chiunque si avvicini al mondo del giornalismo e per chi ne fa parte.
Cosa ti aspetti dal giovane under 30 che seguirai nella realizzazione dell’inchiesta?
Attitudine al confronto, controllo rigoroso delle fonti, capacità di selezionare i dati utili, chiarezza nell’esposizione dei fatti anche in relazione al mezzo. Rigetto di tesi precostituite.
Quando hai capito che avresti fatto del giornalismo il tuo mestiere?
Al liceo. Ho creduto a chi mi diceva che ero bravo a scrivere. Non era vero, ma mi ha dato la motivazione.
Quale consiglio su tutti ti senti di dare all’under30 che realizzerà il progetto d’inchiesta insieme a te?
Ne trasmetto uno di Roberto Morrione. Andare fino in fondo.
C’è un’inchiesta che consideri un esempio da seguire? Quale e perché? Un podcast in particolare?
“Fallujah. La strage nascosta” di Sigfrido Ranucci e Maurizio Torrealta. Uno straordinario lavoro di ricerca documentale e di testimonianze su uno degli aspetti più oscuri delle guerre contemporanee. Il podcast da ascoltare è “La congiura del silenzio” di Jacopo Ottenga Barattucci.
Che libro consiglieresti di leggere a chi vuole fare del giornalismo il proprio mestiere?
Ne consiglio tre: “Nel turbine della Storia” di Ryszard Kapuściński, “Leggermente fuori fuoco” di Robert Capa e “Aver cura del vero” di Monica Andolfatto, Laura Nota e Roberto Reale.
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