Affari vecchi e nuovi delle mafie nella ultima relazione della DIA
Pubblicata l’ultima (e già vecchia) relazione della Direzione Investigativa Antimafia – relativa al primo semestre 2021 – sulle attività svolte e i risultati conseguiti dalle forze di polizia nello specifico ambito criminale.
Il “malloppo” di 537 pagine ricalca, sostanzialmente, l’impostazione delle relazioni degli ultimi anni analizzando le varie forme della criminalità organizzata italiana (calabrese, siciliana, campana, pugliese, lucana), le sue proiezioni sul territorio nazionale per passare, poi, alle varie organizzazioni criminali straniere che da anni hanno scelto il nostro paese come loro gradita stabile “residenza” per fare “affari”. Tre capitoli vengono dedicati anche alla presenza della criminalità organizzata italiana all’estero, al sistema di controllo in atto per evitare infiltrazioni mafiose nel settore degli appalti pubblici, alle attività di prevenzione sull’utilizzo del sistema finanziario a scopo di riciclaggio.
Dunque, una relazione che, inviata al Parlamento come prevede la legge istitutiva della DIA, se attentamente letta e studiata (temo che lo facciano in pochi) dovrebbe consentire la formulazione di adeguate strategie di contrasto a tutte le mafie che, più o meno silenziosamente, si sono estese in tutte le regioni italiane, “con una progressiva occupazione del mercato legale maggiormente evidente per quelle consorterie più evolute” (rel. DIA).
Lo scenario criminale che si presenta è davvero allarmante anche per la straordinaria, imponente, diffusione della corruzione con cui i vari sodalizi vanno consolidando la fitta rete di relazioni utilitaristiche attraverso le quali infiltrano le amministrazioni locali per le assegnazioni di lavori e forniture di servizi ma anche per “il controllo del territorio assicurandosi il consenso sociale mediante il compiacente aiuto di professionisti e pubblici funzionari infedeli che vanno a alimentare la cd “area grigia” (rel.cit).
La tentazione di andare a leggere le “conclusioni” della relazione può essere forte e, tuttavia, solo scorrendo ogni pagina ci si può davvero rendere conto della soffocante presenza delle varie mafie, della loro potenza e anche delle importanti operazioni di polizia antimafia svolte con il consueto impegno dalla DIA e dalle nostre forze di polizia. Operazioni che hanno ben evidenziato anche il crescente interesse dei criminali verso le più moderne tecnologie “che permettono un rapido e invisibile passaggio di denaro (..) a pagamenti effettuati con cripto valute quali i Bitcoin e più recentemente i Monero che non consentono il tracciamento e sfuggono al monitoraggio bancario” (rel.cit.).
L’infiltrazione in aree amministrative e gestionali degli Enti locali permane come strumento principale delle consorterie mafiose che “considerata la spiccata capacità imprenditoriale (..) potrebbero rivolgere le proprie attenzioni verso i fondi destinati al noto Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”.
In tema di reati commessi nel semestre in esame spiccano le associazioni a delinquere (294 contro le 266 dello stesso periodo del 2020), non quelle di tipo mafioso (57 a fronte delle 77 del 2020) e lievi incrementi si rilevano per le estorsioni 4.240 contro le 4.075 del 2020) e delle rapine (8.916 contro le 8.817 del 2020), con la particolarità che l’incremento delle estorsioni è maggiore nel nord Italia dove, come ben noto, l’economia è più florida.
Una lotta efficace (la si vuole davvero?), oltre ad una legislazione condivisa nelle diverse Nazioni, “impone un impulso sempre maggiore nella circolazione delle informazioni e nella cooperazione sinergica tra gli organismi investigativi e giudiziari dei singoli paesi” (rel. cit.).
È quanto ha ripetuto più volte lo stesso Procuratore Antimafia e Antiterrorismo Cafiero De Raho parlando di “condivisione delle conoscenze nella cooperazione giudiziaria internazionale e nella cooperazione di polizia globale” (Palermo, convegno ONU “Contro il crimine organizzato”, 12 ottobre 2020).
E su questo punto, in particolare, c’è ancora molto da fare.
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Direzione Investigativa Antimafia: pubblicata relazione I semestre 2021
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