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Contagiamoci di cultura: “Stato di abbandono”

Avviso Pubblico/Minerva Edizioni il . Recensioni

Stavolta #CONTAGIAMOCIDICULTURA torna ancora una volta alla stagione delle stragi del  1992 e prova a raccontare l’isolamento di Giuseppe Costanza, autista personale di Giovanni Falcone e sopravvissuto all’attentato mafioso di Capaci del 23 maggio di quell’anno terribile. Ecco la nuova puntata della rubrica di Avviso Pubblico nata per conoscere, analizzare e approfondire come prevenire e contrastare le infiltrazioni mafiose e i fenomeni corruttivi, per tentare di impedire che mafiosi e corrotti possano ancora continuare a danneggiarci.

Riccardo Tessarini è autore e attivista per i diritti umani prima con Amnesty International e con l’Unicef, poi curatore di spazi culturali ed educativi indirizzati ai ragazzi e alla partecipazione politica e all’impegno civico. Insieme a lui andiamo ad approfondire una pagina drammatica della storia del nostro paese con “Stato di abbandono – Il racconto di Giuseppe Costanza: uomo di fiducia di Giovanni Falcone” (Minerva edizioni, 2017).

Il libro, scritto in prima persona, è il racconto del lungo rapporto di Giuseppe Costanza con il giudice Falcone e di quello che ha patito dopo la strage dalle Istituzioni, isolato e strumentalizzato dall’informazione. “Un uomo che combatte ancora oggi per i propri diritti”. Così lo descrive l’autore nella sua presentazione. L’opera è una lunga trasposizione delle molte interviste a Costanza, che ripercorre la sua storia dall’infanzia ai giorni nostri. «È anzitutto il racconto della vita di un uomo, oltre che di un cittadino eccezionale – racconta Riccardo Tessarini – che dal 1984 subisce una svolta perché entra nella ristretta cerchia degli uomini di fiducia di Giovanni Falcone. Numerosi sono i riferimenti al Giudice, ma anche gli aneddoti e le esperienze personali condivise con lui».

La vera odissea di Costanza inizia dopo quel 23 maggio 1992, che ha segnato profondamente la storia d’Italia, e va avanti per i successivi vent’anni. «Vessato dalle istituzioni che aveva servito, isolato da personaggi popolari al di sopra di ogni sospetto e strumentalizzato dai mezzi d’informazione», scrive l’autore. «Costanza si trova a dover fare i conti anche con una macchina burocratica lenta e inefficiente. Insignito della Medaglia d’Oro al Valore Civile, in questo libro racconta la propria battaglia per il riconoscimento di alcuni diritti fino ad allora inesistenti per il personale civile della Pubblica amministrazione. Diritti che oggi appartengono a tutti».

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