Landini: «Ricordare e battersi, contro tutte le mafie»
Il segretario generale Cgil celebra la Giornata della memoria delle vittime innocenti delle mafie. “È tempo di dare applicazione agli accordi – spiega – che prevedono l’attivazione di tavoli di confronto e negoziazione sul Pnrr, sia a livello territoriale sia dei singoli ministeri”
“In occasione di questa Giornata così solenne e importante nel ricordo di tutte le vittime innocenti di mafia, preme sottolineare come questo straordinario sacrificio di tante persone abbia bisogno di avere un altrettanto straordinario impegno di tutti noi contro le mafie”. A dirlo è il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, in occasione della “Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie” che si celebra oggi (lunedì 21 marzo).
“Nel momento in cui il governo e i tantissimi enti pubblici si apprestano a spendere complessivamente oltre 200 miliardi con il Pnrr, vogliamo ribadire come per battere i pericoli d’infiltrazioni mafiose e di corruzione, che vanificherebbero gli sforzi straordinari per rilanciare il futuro del nostro Paese, ci sia urgente bisogno di unire le forze d’istituzioni, sindacati e società civile”.
Per il segretario generale della Cgil “è tempo di dare applicazione agli accordi che prevedono l’attivazione di tavoli di confronto e negoziazione sia a livello territoriale sia dei singoli ministeri. Le mafie esercitano il loro potere attraverso il controllo sociale del territorio, e a questo potere malavitoso dobbiamo contrapporre un potere di controllo sociale democratico, trasparente e legale”.
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Per una nuova cultura della legalità
Nella “Giornata della memoria in ricordo delle vittime innocenti delle mafie”, bisogna prendersi cura della nostra comunità e reinterpretare l’essere cittadini in uno spazio globale
Terramia è il titolo scelto per la ventisettesima Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie. Questo slogan vuol significare prendersi cura della nostra comunità, reinterpretare il nostro essere cittadini in uno spazio globale sentendolo proprio e dunque avendone cura, ogni giorno. Ma Terramia non indica solo uno spazio fisico, esso è soprattutto uno spazio civile e politico che va riconquistato nel momento forse più delicato della nostra storia, in cui la somma delle crisi degli ultimi decenni ha frantumato la società, rendendola più vulnerabile alla pervasività del potere criminale.
Le crisi economiche e finanziarie, la pandemia, le guerre vicine e lontane di questi anni hanno reso evidente la matrice che ci ha resi tutti più fragili, sacrificando i valori alla base della coesione sociale. Un modello di sviluppo basato sulla supremazia del mercato, sul principio della competitività al ribasso, sulla speculazione, sul ricatto e sullo sfruttamento ha progressivamente indebolito la società e ha contemporaneamente rinvigorito una criminalità che del profitto, del controllo sociale, della condizione d’indigenza diffusa ne ha sempre fatto una regola d’oro.
Ma se le crisi sono l’evidenziatore di tutte le difficoltà, esse possono essere anche l’acceleratore d’importanti cambiamenti. Fondamentale dunque è stabilire su quali pilastri poggiare questi cambiamenti. La cultura della legalità costituisce il pilastro portante ed essa si favorisce nella difesa dei diritti collettivi, nella pace, nella giustizia sociale, nell’affermazione del valore del lavoro, affinché possa diventare l’argine capace di fermare quel processo di disgregazione sociale che è alla base di ogni potere criminale.
Anche quest’anno dunque, in un appuntamento che vuole essere, come ogni anno, una tappa celebrativa di un impegno quotidiano, la Cgil, dentro Libera e insieme alla numerosa rete di associazioni, porta in piazza il suo ruolo di baluardo in difesa della cultura della legalità: perché “Terramia” non sia l’evocazione di qualcosa che ci è stata irrimediabilmente tolta, ma la costruzione di una prospettiva a cui aspirare per il bene di tutti.
Giuseppe Massafra, segretario nazionale della Cgil
Fonte: Collettiva
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