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Ucraina, il grido della giornalista russa arrestata: “Protestate, senza paura”

Redazione il . Diritti, Informazione, Internazionale, Politica, Società

Una giornalista piena di dignità che sta rischiando la vita.

La Federazione europea dei giornalisti chiede l’immediato rilascio di Marina Ovsyannikova, redattrice dell’emittente russa Pervyj Kanal (Primo Canale). Durante il telegiornale della sera di lunedì 14 marzo Ovsyannikova è apparsa dietro la conduttrice mostrando un cartello con la scritta: “No alla guerra. Non credete alla propaganda. Vi stanno mentendo. Russi contro la guerra”.

Ovsyannikova è stata subito arrestata. È accusata dalle autorità russe di aver violato il nuovo divieto sulla cosiddetta “disinformazione” sulle operazioni dell’esercito in Ucraina. Rischia fino a 15 anni di carcere. La Efj, attraverso il segretario generale Ricardo Gutiérrez, rende omaggio “all’atto coraggioso di Marina Ovsyannikova, che ha agito come una vera giornalista di fronte alla censura imposta dal Cremlino e alla macchina propagandistica del regime di Putin”. Un atto etico, incalza Gutiérrez, “che ricorda ai cronisti che sono lì per servire la verità e l’interesse pubblico e non gli interessi particolari del potente di turno. Condanniamo fermamente le accuse contro di lei e chiediamo che vengano ritirate immediatamente”.

Prima della protesta in diretta tv, la giornalista aveva registrato un messaggio, poi condiviso sui social media, nel quale denunciava l’aggressione della Russia ai danni dell’Ucraina definendola un crimine, “una guerra fratricida” la cui responsabilità “ricade sulla coscienza di un solo uomo: Vladimir Putin”, esortando i russi a mobilitarsi per la pace.

Ecco la traduzione, ripresa anche dal sito web della Efj, del videomessaggio di Marina Ovsyannikova: “Quello che sta accadendo in Ucraina è un crimine. E la Russia è l’aggressore qui. E la responsabilità di questa aggressione ricade sulla coscienza di un solo uomo: Vladimir Putin. Mio padre è ucraino. Mia madre è russa. E non sono mai stati nemici. E questa collana che indosso è un simbolo del fatto che la Russia deve immediatamente porre fine a questa guerra fratricida. E i nostri popoli fraterni potranno ancora fare la pace. Sfortunatamente, ho trascorso molti degli ultimi anni lavorando per Primo Canale, facendo propaganda al Cremlino, e me ne vergogno profondamente. Mi vergogno di aver permesso alle bugie di passare attraverso lo schermo della Tv. Mi vergogno di aver permesso la zombificazione del popolo russo. Siamo rimasti in silenzio nel 2014 quando tutto questo era appena iniziato. Non abbiamo protestato quando il Cremlino ha avvelenato Navalny. Abbiamo solo osservato in silenzio questo regime anti-umano all’opera. E ora il mondo intero ci ha voltato le spalle. E le prossime dieci generazioni non laveranno via la macchia di questa guerra fratricida. Noi russi siamo persone pensanti e intelligenti. È solo in nostro potere fermare tutta questa follia. ProtestateNon abbiate paura di nulla. Non possono rinchiuderci tutti».

Fonte: Professione Reporter


Russia: full EFJ support for journalist Marina Ovsyannikova

The Russian authorities arrested journalist Marina Ovsyannikova, an editor with the Russian television channel Channel One, on 14 March. During the evening news, she appeared behind the presenter holding up a sign reading “No to war. Don’t believe the propaganda. They are lying to you. Russians against war”. The European Federation of Journalists (EFJ) demands the immediate release of the journalist.

Marina Ovsyannikova interrupted the evening broadcast on Russian state TV network Channel One on Monday with a sign blasting Russian war against Ukraine. “Stop the war, no to war!” she shouted. Ovsyannikova was promptly arrested. The authorities say she will face misdemeanor charges for violating Russia’s new ban on so-called “disinformation” about Russian army operations.

In a prerecorded message shared on social media after the live-television incident, Ovsyannikova said: “What is happening in Ukraine is a crime. And Russia is the aggressor here. And responsibility for this aggression rests on the conscience of a single man: Vladimir Putin. My father is Ukrainian. My mother is Russian. And they’ve never been enemies. And this necklace I’m wearing is a symbol of that fact that Russia must immediately end this fratricidal war. And our fraternal peoples will still be able to make peace. Unfortunately, I’ve spent many of the last few years working for Channel One, doing Kremlin propaganda, and I’m deeply ashamed of this. Ashamed that I allowed lies to come from the TV screen. Ashamed that I allowed the zombification of Russian people. We were silent in 2014 when all this had just started. We didn’t protest when the Kremlin poisoned Navalny. We just silently watched this anti-human regime at work. And now the whole world has turned its back on us. And the next 10 generations won’t wash away the stain of this fratricidal war. We Russians are thinking and intelligent people. It’s in our power alone to stop all this madness. Go protest. Don’t be afraid of anything. They can’t lock us all away.”

“The EFJ pays tribute to the courageous act of Marina Ovsyannikova, who acted as a true journalist in the face of the censorship imposed by the Kremlin and the propaganda machine of Putin’s regime,” said EFJ General Secretary Ricardo Gutiérrez. “Ovsyannikova’s ethical act reminds journalists that they are there to serve the truth and the public interest and not the special interests of those in power. We strongly condemn the charges against her and demand that they be dropped immediately.”

Fonte: European Federation of Journalists

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Il valore di quel cartello contro la guerra in diretta sulla tv russa

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