Il 21 marzo in Puglia, nella zona industriale di Bari, insieme ai lavoratori a rischio licenziamento
Il 21 marzo la Puglia si mobiliterà in occasione della XXVII Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie.
La giornata vedrà Napoli come sede principale della manifestazione organizzata da Libera e Avviso Pubblico, accompagnata da altre centinaia di luoghi d’Italia e del mondo.
Il luogo simbolo della Puglia sarà, invece, la zona industriale di Bari, dove saranno letti i nomi delle vittime innocenti delle mafie davanti ai cancelli delle fabbriche, insieme ai lavoratori a rischio licenziamento.
In tutte le province della regione, scuole, associazioni, parrocchie e gestori di beni confiscati alle mafie si stanno attivando per realizzare percorsi di memoria sulle vittime innocenti delle mafie e, da Lecce a Foggia, i coordinamenti ed i presidi di Libera promuoveranno momenti di lettura del lungo elenco delle vittime innocenti, pronunciando collettivamente i loro nomi e cognomi.
Lo slogan scelto quest’anno da Libera per la Giornata è “Terra mia. Coltura, cultura”. Riflettendo sulle emergenze che interessano la nostra terra, in continuità con la recente presenza del presidente nazionale di Libera Don Luigi Ciotti, nella nostra regione, abbiamo deciso di essere di nuovo al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori delle decine di aziende in crisi della zona. La nostra terrà è schiacciata da ingiustizie e presenze mafiose storiche e asfissianti; l’eventualità di perdere, in tutta la regione, migliaia di posti di lavoro inasprisce queste ingiustizie, col rischio di rafforzare la presnza criminale.
Crediamo che per liberarci dalle mafie sia necessario cambiare strada anche con riguardo al modello di sviluppo, sostenendo una non più procrastinabile trasformazione che garantisca sostenibilità ambientale, sociale e pace tra i popoli.
Programma
ore 9.30 Concentramento
ore 10.00 Intervento introduttivo
ore 10.15 Inizio lettura nomi vittime innocenti
ore 11.30 Collegamento audio con Napoli, intervento di Don Luigi Ciotti
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