Casa Felicia Impastato, il comunicato di Avviso Pubblico
«Occorre che il Governo intervenga con rapidità per impedire che vizi di forma producano una sconfitta della legalità democratica delle istituzioni contro le mafie, restituendo un bene simbolico a persone che si sono rese responsabili di reati particolarmente gravi. La burocrazia non può sconfiggere quella che è stata una lunga battaglia di istituzioni e di migliaia di cittadini che hanno raccolto un milione di firme per la legge 109 del 1996 sul riutilizzo sociale dei beni confiscati ai mafiosi».
È il commento di Roberto Montà, Presidente di Avviso Pubblico, alla notizia della restituzione di “Casa memoria Peppino e Felicia Impastato” a Leonardo Badalamenti, il figlio di “Tano”, mandante dell’omicidio di Peppino Impastato.
La restituzione dell’immobile al figlio di Badalamenti è nata da “un refuso nella trascrizione della particella catastale”, dicono gli avvocati del Comune di Cinisi.
A fronte di tale situazione il Presidente di Avviso Pubblico ricorda: “Da quella casa nel 1978 è partito l’ordine di uccidere Peppino Impastato, attivista e fondatore di Radio Aut. Da luogo di violenza quella casa è diventata negli anni meta di visite di migliaia di giovani provenienti da tutta Italia con l’obiettivo di approfondire la storia di Peppino e l’impegno di portarne avanti la sua memoria. Inoltre, dal 2012 per alcuni anni ogni 9 maggio abbiamo organizzato con “Casa memoria Peppino e Felicia Impastato” un’iniziativa dal titolo “I 100 passi dei sindaci”, che ha portato in terra di Sicilia tante donne e tanti uomini che praticano una politica credibile e responsabile. Se tutto ciò è stato possibile lo dobbiamo a Giovanni Impastato, fratello di Peppino, e alla sua famiglia, al Comune di Cinisi ed a tanti altri siciliani onesti. A tutti loro garantiamo la vicinanza e il sostegno di Avviso Pubblico”.
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Libera: “Nessun passo indietro per il riutilizzo a fini sociali di “Casa Felicia”
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