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Svelare i depistaggi, cercare la verità

Daria Bonfietti * il . Criminalità, Giustizia, Memoria, Politica

In questi giorni, proprio mentre si avvicina la chiusura dell’inchiesta della Procura della Repubblica di Roma sulla Strage di Ustica, a partire dalle dichiarazioni del Presidente Cossiga che ha accusato i Francesi dell’abbattimento del DC9 Itavia, e mentre per la Strage della Stazione di Bologna si sta concludendo il processo per individuare i “collegamenti” di Mambro e Fioravanti, vengono riproposte tesi di segno diametralmente opposte: non un episodio di guerra aerea per Ustica bensì una bomba e non un attentato fascista per Bologna ma una rappresaglia del terrorismo arabo.

E poi un legame tra i due terribili episodi, peraltro sempre smentito dalle indagini. Una interferenza o un latente depistaggio!

Nel 1980 i due gravissimi episodi hanno insanguinato il nostro Paese: il 27 giugno, 81 morti sul DC9 Itavia e il 2 agosto, 85 morti alla Stazione di Bologna e nel tempo qualcuno ha sempre cercato di collegare le due Stragi.

È certo che la bomba di Bologna fa scomparire ogni notizia, ogni attenzione, su quella che chiamiamo la strage di Ustica, ma è altrettanto certo che nessun riscontro oggettivo di collegamento è stato individuato nelle indagini, svolte negli anni, sui due terribili episodi della Storia.

Mi voglio soffermare su Ustica, una strage che si vuole ancora sostenere causata da una bomba, cancellando le conclusioni della sentenza ordinanza del giudice Priore

E se ripartiamo dalla Storia, alla quale l’Associazione ha dedicato un convegno “1980 l’anno di Ustica” insieme all’Istituto Parri e all’Università di Bologna, bisogna osservare che, nell’anno dei tragici eventi, ad una forte ripresa del “tradizionale” scontro tra mondo occidentale e blocco sovietico si aggiungeva una crescente tensione nell’area mediterranea con un nuovo protagonismo dei Paesi arabi.

Per Ustica, il quadro “mediterraneo” si può circoscrivere alla contrapposizione tra Francia, Usa e Libia, facendo ben attenzione di individuare concretamente il rapporto Italia-Libia.

La Libia non era assolutamente, in nessun modo, ostile all’Italia, ricordiamo la battuta di Andreotti “l’Italia ha la moglie americana e l’amante libica”, ed è noto, tra l’altro, come la Fiat fosse, per ben più del 13%, di proprietà libica.

In più, dalle varie inchieste sono emersi ben concreti elementi di collaborazione con i nostri Servizi: le indicazioni sui movimenti per l’ individuazione dei dissidenti libici, il permettere il sorvolo del nostro territorio aereo da parte di Mig libici, il collaborare alla trasformazione di aerei civili in aerei militari, l’ istruire piloti militari.

Quindi non si parli di ostilità con la Libia: c’era invece una profonda collaborazione in tanti campi ben cara a Gheddafi!

E questo intanto per smentire “le suggestioni”, che proprio ora ritornano, del compianto on. Zamberletti che nel suo volume “La minaccia e la vendetta” aveva incolpato Gheddafi degli attentati per una avversione nei riguardi dell’Italia dovuta alla firma del trattato di Malta.

Per rimanere a Zamberletti si ricordi che le spiegazioni tecniche di un perito. Ing. Bazzocchi, che riscuoteva la sia fiducia venivano smentite dalle simulazioni e prove tecniche effettuate: nessuna bomba sul DC9!

E invece in questo furore per sostenere l’ipotesi bomba sul DC9 si continua a dare valore ad una perizia, che si vuole di straordinaria rilevanza scientifica, senza mai precisare che proprio tale perizia è stata “bocciata” proprio dai magistrati, Giudice Istruttore e Procura della repubblica, che l’avevano commissionata,  in quanto “affetta da tali e tanti vizi di carattere logico, da tante contraddizioni e distorsioni del materiale probatorio raccolto nella fase descrittiva e nelle perizie collegate, da essere inutilizzabile”.

Nel tempo poi si è aggiunta anche la “favola” di documenti tenuti “ostinatamente” segreti per nascondere la verità, non precisando che si tratta di documentazione conservata secondo la legge, che riguarda altri episodi della vicenda del nostro Paese e che comunque sono da sempre nella disponibilità della magistratura che in varie sedi, in varie occasioni le ha già consultate.

E allora in questo giorni, proprio aspettando i risultati che ci darà la magistratura bisogna evitare di dar credito alle provocazioni ai depistaggi alle false ricostruzioni e mantenere alta la richiesta di collaborazione internazionale, di sforzi diplomatici significativi, per raggiungere la completa verità.

* Presidente Associazione Vittime della Strage di Ustica

Fonte: Articolo 21, 03/02/2022

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