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Si può, si deve migliorare la sicurezza pubblica

Piero Innocenti il . Corruzione, Criminalità, Forze dell'Ordine, SIcurezza, Società

Da molte città, sindaci e cittadini, continuano ad esprimere le loro motivate lamentele sulla situazione della sicurezza divenuta sempre più precaria richiedendo una maggiore presenza di poliziotti e carabinieri per assicurare un controllo del territorio più incisivo in funzione preventiva.

In alcune circostanze è stata sollecitata la stessa ministra dell’interno Lamorgese che a Foggia e a Milano ha presieduto, nelle scorse settimane, lo stesso Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza  convocato da rispettivi Prefetti per esaminare la situazione generale dopo che si erano verificati gravi fatti delittuosi. La Ministra in queste situazioni cerca di svolgere una funzione rassicurante accompagnata dall’impegno di inviare adeguati rinforzi che, tuttavia, sono spesso temporanei utilizzando, per lo più, i Reparti prevenzione crimine della Polizia di Stato dislocati in alcune città.

In questi ultimi giorni, poi, con il termine di un corso di formazione nelle Scuole di polizia sono in fase di assegnazione alle Questure e agli altri uffici alcune centinaia di agenti in prova che rappresentano solo una piccolissima boccata di ossigeno. Le esigenze di servizio sono aumentate notevolmente negli anni e occorrerebbero immissioni di personale di gran lunga superiori agli attuali striminziti rinforzi.

Vedremo, ai primi di marzo prossimo, quale sarà stato l’andamento della delittuosità in Italia nel 2021 e in questo scorcio di 2022 ma, di certo, dalle notizie di cronaca rilevabili ogni giorno dalla rassegna stampa locale sul sito della Polizia di Stato, la situazione della sicurezza non appare entusiasmante.

Così, ad Acilia, nelle ultime ore, un uomo di 47 anni è stato assassinato sotto casa con tre colpi di pistola; a Firenze almeno tre episodi di donne rapinate e pestate a sangue mentre passeggiavano o rientravano a casa dopo una cena fuori; a Forte dei Marmi (Lucca), tentativo di stupro di una donna che passeggiava da sola sul lungomare; a Pescarolo (Cremona), una rissa con due accoltellati finiti in ospedale. A Genova una ragazzina di 14 anni aggredita da uno sconosciuto mentre va a scuola; a Lodi ancora una rapina di un quindicenne da parte di una baby gang; a Varese una rapina all’ufficio postale con una impiegata minacciata con un martello ed ancora una gang di ladre ragazzine che, a Torino, compie una serie di scippi in danno di donne anziane.

Tutto reso ancor più drammatico dalle scazzottate (utilizzando anche tirapugni, bastoni, caschi protettivi, in alcuni casi persino coltelli) tra gruppi di giovani che si danno appuntamenti nei fine settimana nelle piazze di molte città causando non pochi problemi di ordine pubblico.

Molti di questi delitti non verrebbero commessi se ci fosse una presenza forte di agenti di polizia nelle strade e, nell’attesa che si facciano più arruolamenti, un certo numero di risorse umane potrebbero essere recuperate se si avesse il “coraggio” di affrontare la situazione.

Penso, per esempio, ad alcune centinaia di poliziotti che svolgono ogni giorno il servizio di vigilanza agli immobili sedi delle Prefetture e che potrebbero essere rimpiazzati con le guardie giurate di efficienti istituti di vigilanza privata. Vengono in mente almeno duecento agenti di polizia comandati, ogni giorno, come autisti dei Prefetti e che potrebbero essere ben sostituiti da personale dell’amministrazione civile bandendo appositi concorsi.

Per non parlare dei tanti servizi di scorta e di tutela che vedono impegnati, quotidianamente, centinaia di poliziotti, carabinieri e finanzieri nei confronti di magistrati, politici, giornalisti, ex parlamentai e parenti di personalità che hanno ricoperto incarichi istituzionali.

Penso anche  ad alcuni uffici di polizia la cui operatività e pressoché pari a zero e che non si è riusciti a sopprimere per le resistenze di politici locali. Penso anche ad alcuni uffici centrali dove si registra un surplus di personale. La sicurezza dei cittadini deve essere una priorità della politica.

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