Sicurezza nazionale: i “rimproveri” del Copasir al Parlamento
Alcuni giorni fa il Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) ha trasmesso alle Presidenze delle due Camere la relazione sull’attività svolta dal 1° gennaio 2021 al 9 febbraio 2022.
Una corposa e ben articolata relazione di oltre cento pagine con diverse e rilevanti tematiche affrontate (sull’intelligence economica, sulla sicurezza cibernetica e su quella energetica, sulla tutela degli asset strategici, sulla politica nelle aree d’interesse strategico dell’Italia, ecc…) e con interessanti proposte di intervento sulla sicurezza nazionale.
Un documento importante, dunque, che, chiarisce subito il Comitato, non “può ridursi ad un mero appuntamento rituale o all’elencazione dei contenuti trattati nell’anno trascorso” perché, si sottolinea, il Comitato sta esercitando un ruolo di impulso e di stimolo sempre maggiore, richiamando “ad una nuova, specifica attenzione e riflessione il Parlamento al quale il documento è destinato”.
Ma, ed è questo il primo, forte rilievo che viene mosso nei confronti del Parlamento “nonostante le precedenti relazioni abbiano fornito analisi e valutazioni di indubbio rilievo, spesso anticipando minacce, difficoltà ed esigenze che nel corso degli anni successivi si sono affermate e consolidate, appare singolare e nel contempo preoccupante che in nessun caso vi sia stato un seguito effettivo di tali risultanze davanti alle Camere, tramite lo sviluppo di un dibattito da reputarsi essenziale e doveroso quando si verte sul bene cruciale della salus rei publica”.
E la ramanzina continua perché “questa mancanza in verità appare ancor più seria se si considera che anche la stessa relazione scritta che il Governo trasmette al Parlamento sulla politica dell’informazione per la sicurezza e sui risultati conseguiti (..) non ha mai generato alcun approfondimento nelle Aule parlamentari”.
Non vi era stata mai una presa di posizione così netta e forte del Comitato nei confronti dell’organo legislativo sicuramente disattento. La rampogna, poi, continua perché “si tratta di una coincidenza sicuramente negativa e da criticare che rappresenta un vulnus da colmare per le parti politiche e le forze parlamentari, in primo luogo, ma anche per l’Esecutivo che ha la responsabilità diretta dell’operato degli apparati di intelligence”.
C’è voluto il Copasir, tra l’altro, per accorgersi che Stellantis, holding multinazionale con sede ad Amsterdam, nata dall’unione di Fca e Psa, è più francese (lo Stato francese detiene una partecipazione diretta del 6,1%) che italiana, con un evidente squilibrio che rappresenta un rischio per gli interessi strategici italiani. Anche per le aziende cinesi il Comitato ha suggerito, sempre nell’ottica della sicurezza nazionale, di escluderle dall’attività di forniture tecnologiche per le reti 5G.
Insomma, le legittime e condivisibili lagnanze del Copasir, che riguardano non soltanto il mancato riscontro alla ultima relazione annuale (2021-2022), ma anche alle precedenti indirizzate al Parlamento nelle passate legislature su specifici temi ( il Parlamento, in realtà, non ha dimostrato mai alcun interesse neanche alle relazioni annuali della Direzione Investigativa Antimafia).
Insomma, l’auspicio è (accompagnato dal “forte invito”) che su questa relazione e su quella presentata dal Governo ci possa essere “una vera e propria sessione parlamentare”, ma, temo, non ci sarà nulla per una svogliatezza che si rileva in generale tra i parlamentari , tutti impegnati, più che altro, a come muoversi per mantenere il posto alle prossime elezioni del 2023.
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