ANM: la responsabilità della rappresentanza
L’ANM ha coinvolto la magistratura in una consultazione generale su due questioni: quale sistema di designazione dei componenti del CSM (sorteggio temperato sì o no); quale sistema elettorale (ad ispirazione maggioritario o proporzionale). Molti colleghi (oltre 3700) non vi hanno partecipato, nonostante le semplici e comode possibilità di esprimere una preferenza, manifestando, così, disaffezione, disincanto, sfiducia negli organi di rappresentanza della magistratura e nel suo autogoverno.
Si tratta di sentimenti che percorrono tutta la magistratura, a cui alcuni ritenevano si potesse dare risposta con il sorteggio temperato dei componenti del CSM. Questa proposta è stata bocciata dai magistrati italiani. Viceversa, la netta maggioranza di coloro che hanno partecipato al referendum sul sistema elettorale (4091 votanti), si è espressa a favore di sistemi elettorali ad ispirazione proporzionale (3189 votanti). Perciò, anche molti di quelli che hanno votato per il sorteggio, hanno ritenuto che solo il sistema proporzionale, garantendo la rappresentanza delle plurali sensibilità presenti nella magistratura, fosse il più adeguato metodo di selezione dei nostri rappresentanti al CSM.
Si trattava, dunque, di prendere atto dell’esito elettorale e farsi carico di promuovere con adeguate iniziative e concrete proposte la volontà della stragrande maggioranza dei magistrati presso la Ministra e le rappresentanze politiche parlamentari. Così non è stato. Ed è altissimo il rischio dell’amplificarsi di quella sfiducia e disaffezione che già avevano determinato l’astensione in occasione del recente referendum. La crisi dei sistemi di rappresentanza e dei metodi di espressione democratica coinvolge tutte le istituzioni. L’ANM può accettare di esserne travolta ovvero reagire, facendosi protagonista di chiare e nette iniziative che pongano al centro del dibattito la preferenza dei magistrati italiani verso il sistema proporzionale, rinunciando a tatticismi, calcoli da retrobottega e di corto respiro.
Per questo, avvertiamo come doveroso e coerente con gli stimoli di partecipazione alla consultazione che abbiamo rivolto a tutti i colleghi, sollecitare ogni componente del CDC dell’ANM, a qualunque gruppo (o non gruppo) associativo appartenga, ad adoperarsi perché il CDC adotti iniziative conseguenti all’esito della consultazione referendaria.
Il perdurare dell’inerzia rischia di rendere sempre meno rappresentativa la ANM e meno efficace il suo ruolo di interlocutore sui temi della giustizia. E questo è un risultato che la magistratura non può permettersi.
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