Mattarella rieletto. Nei suoi occhi la responsabilità e il senso del bene comune
Quei due occhi azzurri e penetranti rimarranno, ancora più delle parole, ancorati nella storia.
Come tutti, eravamo preparati a unire un ringraziamento, per i sette anni appena conclusi, pieni di saggezza, buon senso, e ancora profondo senso dello stato e dell’appartenenza alla comunità nazionale, con gli affettuosi auguri al nuovo presidente, affinché riuscisse a essere e agire come chi l’aveva preceduto.
Oggi, il grazie e gli auguri si fondono e rafforzano in un sentimento unico rivolto alla stessa persona.
Il suo breve messaggio, seguito ieri sera da milioni di italiani, rimbalza oggi su tutti i media, come esempio straordinario di dedizione e cultura del servizio pubblico.
C’è una dinamica tutta da analizzare, in queste giornate surreali. I partiti e la politica, incapaci di trovare una sintesi per il bene comune, nella soggettiva preoccupazione di non perdere il proprio terreno, sono, alla fine, costretti a rincorrere un parlamento, quasi senza guida, che si aggrappa, per paradosso, a un uomo che spiega come sarebbe stato semplice, per tutti, arrivare a una naturale conclusione: anteporre la logica del bene comune alle aspirazioni personali.
Sarebbe l’abc della politica, come diceva un Paolo VI che Mattarella ha ben conosciuto: la politica come misura più alta della carità.
E poi, anziché limitarsi, dignitosamente, a ringraziare, tutti a intestarsi una soluzione cui, per volere dello stesso Mattarella, si è arrivati solo in fase di emergenza, in “zona Cesarini”.
Questo è l’eterno vizio della politica. Nessuno mai perde, anche quando la sconfitta è sotto gli occhi di tutti. Tutti, in qualche modo, vincitori.
Ma vorrei tornare a quei due occhi intensamente azzurri, dietro quelle lenti “a giorno”, impercettibili, senza montatura. “Gli occhi parlan chiaro, più delle parole…”, recita il testo di una canzone di qualche decennio fa.
Se le parole di Mattarella resteranno scolpite nel marmo della storia, quei due punti azzurri, con il leggero inarcarsi delle sopracciglia, resteranno nella nostra memoria visiva. Vanno visti e rivisti, quasi mettendo il resto sullo sfondo. Hanno accompagnato le parole chiave di questi pochi secondi: responsabilità, rispetto, unite all’avverbio “naturalmente” che colora questa decisione.
Naturalmente, sottolinea il Presidente, il senso della politica è proprio questo: la ricerca del bene comune, prima del tornaconto personale. Come per dire, sempre con la sua profondità visiva e di visione: attenti, che non ci sarà sempre un Mattarella a cui aggrapparsi per salvare l’Italia. Cominciamo a crescere.
* Presidente UCSI
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