Rosy Bindi a difesa della Costituzione
Il 25 aprile 1994 don Giuseppe Dossetti lancia l’appello per la difesa della Costituzione.
Ecco perché propongo un “Comitato parlamentare per la difesa e la piena attuazione della Costituzione”. Aderiscono più di cento fra senatrici, senatori, deputate e deputati, fra cui Bassanini, Boffardi, Bonsanti, Bonfietti, Dalla Chiesa, Di Lello, Garavini, Giulietti, Guerzoni, Jervolino Russo, Lumia, Maselli, Novelli, Soda, Gallo, Manconi, Mancuso, Salvato; sono comunque interessati all’attività dell’organismo Ayala, Bianchi, Cossiga, lotti, Mattarella, Melandri, Napolitano, Brutti, Casadei Monti, Gualtieri, Imposimato, Masullo, Rognoni, Senese, Smuraglia, Stajano, Valiani, Villone.
E Rosy!
L’aula è in pausa.
Entro nella buvette, ispeziono solo con lo sguardo, impudico e sensuale, per esclusiva estasi mistica, una per una le singole esposizioni salate e dolci… immagino, fantastico… per poi mestamente frustrato ordinare il preventivato: un cornetto rustico friabilissimo con mozzarella e pomodoro. La vita sedentaria mi costringe all’ingrasso e quindi queste immobili sfilate di modelle gastronomiche senza degustazione esaudiscono idealmente aspirazioni tenaci ed incontinenti. Questa volta però scivolo inconsapevolmente cosciente nell’ingannevole e suadente richiamo della foresta famelica: la millefoglie alla crema di castagne è troppo esibita ed è la migliore che abbia mai assaggiato: me la centellino con flemmatica lussuria, sperando nell’assenza di scocciatori, e all’ultima zannata mi sento nel nirvana.
Giro due volte il Transatlantico, evitando accuratamente il tappeto rosso che ferisce la mia umiltà per il suo simbolismo di solennità e potere. L’enorme salone, perimetrato da archi e colonne, sostenuto da pavimenti in marmo policromo siciliano, ha per cielo il soffitto tipico delle navi transoceaniche, che ammalia ed abbraccia confortevole. Ed infatti mi rilasso sulla poltrona antistante la prima balconata del giardino, da cui entra il sole primaverile del pomeriggio autunnale che disegna uno scarno triangolo di polvere nell’aria. Fuori il Cupolone di San Pietro è naturalmente illuminato. Aspetta.
“Ciao, Rosy!” – speravo proprio di incontrarla. La stima e l’affetto, certamente ricambiati, si intensificano – Domani alle 16.00 c’è la prima assemblea”.
“Lo so!”.
“Ho eccezionalmente ottenuto la Sala della Regina. Mi mette soggezione con i suoi arazzi pregiati, i marmi intarsiati e scolpiti, i tre grandi lampadari in stile art nouveau…
“Non ti impressionare! Io la chiamo Sala delle Donne, perché, più che le regine, mi interessano le foto delle ventuno Costituenti, e quella di Tina Anselmi, prima ministra, e Nilde Iotti, prima presidente della camera. Comunque ho la seduta della commissione. Non posso mancare. Però ti anticipo adesso le mie riflessioni”.
“La chiamerò sempre Sala delle Donne!”.
Tira fuori dalla borsa una cartellina con fogli amanuensi fitti ma limpidi:
“Mi piace nel nome non solo la difesa, ma anche la piena attuazione, per cui occorre lottare perché le norme più pregnanti non sono sbocciate nella realtà sociale e legislativa ordinaria. Anche se poi necessitano interventi chirurgici alla seconda parte ordinamentale, per semplificare e velocizzare le procedure legislative e regolamentari, rifuggendo da ogni intenzione di revisione più ampia”.
“E che ne pensi dell’obiettivo di diffondere la Costituzione fra cittadine e cittadini, in particolare giovani?”.
Intanto si aggiunge Giuliano Boffardi.
“Da toscanaccia, ho saputo da una conoscente che il comune di Lucca ha varato un progetto per la divulgazione della Costituzione nelle scuole della città. Dovremmo acquisirlo”.
“Bisognerebbe anche promuovere incontri di “testimoni” della Costituzione con studentesse, studenti, adulte, adulti”.
“Michelino, occorrerebbe anche rendere effettivo l’insegnamento della Costituzione e della Educazione Civica nelle scuole di ogni ordine e grado, introducendo una specifica ed autonoma materia con voto proprio, nonché della storia contemporanea, nella quale si inquadra la Costituzione del ’48”.
“Preparo una mozione per impegnare il governo e il ministro dell’istruzione”.
“Abbiamo la Costituzione più bella del mondo e poche pochi l’hanno letta; ancora meno la conoscono in modo accettabile; solo chi ha fatto studi giuridici l’ha analizzata. In particolare le nuove generazioni sono digiune sull’argomento”.
“È un messaggio di civiltà. Rappresenta il patto di un popolo sovrano che attraverso 556 saggi esprime uno dei più elevati messaggi umani della storia del mondo”.
“E non poteva essere diversamente. Si veniva dalla meravigliosa prova della Resistenza e dalla brutale seconda guerra mondiale, con cinquantacinque milioni di morti e l’olocausto di sei milioni di ebrei. I Costituenti decisero allora di accantonare le loro idee individuali, le ottiche di partito, gli interessi elettorali. Elaborarono, gomito a gomito, un proposito di vita, tendente ad uno spirito universale, rispettoso delle culture presenti nel Paese: quella cristiana, quella liberale, quella marxista”.
Il triangolo lucente si assottiglia, mentre noi già siamo salpati. L’imminente crepuscolo staglia la Basilica.
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