Siamo all’assurdo. Vorrei che a sfidarlo fosse Rosy Bindi
La storia ritorna. Come in un grande teatro dell’assurdo, Berlusconi candidato al Quirinale.
Nessuna ossessione, sia chiaro. Solo, ricordo un nostro ambasciatore confidarmi che quando andava in un luogo pubblico con la moglie evitava di parlare in italiano per non sentirsi la battuta ironica alle spalle: Italia bunga-bunga.
Mi basta questo. Davvero ci si vuole suicidare? Concorrono certo la modestia rantolante della politica, lo sbandamento da pandemia, e quella antropologia del paese fustigata dal Leopardi nel suo “Discorso sopra lo stato presente dei costumi degli italiani”.
Che fare, allora? Io una proposta l’avrei. Occorre convergere su un candidato serio, affidabile, mai finito negli scandali, e che quindi -per riprendere il monito di Mattarella- dia garanzia di restituire al paese il Quirinale così come lo riceverà?
Allora dico Rosy Bindi. Perché conosce bene la politica, il paese e ha il senso delle istituzioni. Viene dal sistema dei partiti ma non ne è mai stata prigioniera o ricattata. Né improvvisata, né avventuriera, studia, ascolta e ha il merito di imparare velocemente. Lo ha dimostrato in tutti gli incarichi ricevuti, dal ministero della sanità (come si chiamava allora) alla presidenza della commissione parlamentare antimafia, conquistando sempre stima e consensi al di là della propria area politica.
Un’altra cattolica dopo Mattarella? Se è questo il metro, ma non credo possa esserlo, prima di Mattarella ci sono stati due laici. Ciliegina: fu oggetto degli scherni di Berlusconi e ne uscì da gran signora.
Conosco l’obiezione: è divisiva. Ecco qui i luoghi comuni che si fanno mantra perché tolgono dall’imbarazzo di doversi pronunciare.
Divisiva “de che?, direbbero a Roma. Rosy Bindi ha chiuso la sua presidenza della Commissione antimafia con una relazione forte, rigorosa, e in cui non ha fatto sconti a nessuno, votata all’unanimità. Con un pezzo di opposizione mancante, certo. Ma con l’altro pezzo presente. E da quando chi unisce tutto il proprio schieramento e un pezzo di opposizione sarebbe divisivo?
In più è una donna. E non è un particolare marginale. Lo cito per ultimo perché non ragiono per quote rosa ma per capacità. Se teniamo al principio che anche una donna può andare al Quirinale, ecco, quella donna bisogna sceglierla per capacità. O il principio subirà una disfatta. E anche questo non è marginale.
Fonte: Il Fatto Quotidiano, 16/01/2022
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