Oltre Berlusconi nel ricordo di David Sassoli…
Ieri abbiamo assistito a due volti completamente diversi della politica italiana.
Da un lato l’addio a una persona come David Sassoli che ha rappresentato e rappresenta agli occhi di tanti italiani cosa vuol dire vivere la politica sostenuta da ideali e valori alti, concepita come servizio soprattutto verso le persone più umili, che hanno avuto nella loro vita meno opportunità.
La politica della solidarietà e dell’altro visto non come individuo, ma come persona portatrice di idee, dignità, diritti che devono essere salvaguardati e rispettati.
Un uomo di parte, come ha detto il Cardinale Zuppi, ma anche di tutti, perché rispettoso dei diritti di ciascuno.
Un politico mai divisivo che tutti, anche i leader del centro destra, hanno ritenuto essere un uomo dal grande senso delle istituzioni.
Dall’altro lato abbiamo assistito alla designazione, da parte degli stessi leader del centro destra, di Silvio Berlusconi come il legittimo candidato alla Presidenza della Repubblica.
La persona sicuramente più divisiva degli ultimi 25 anni della politica italiana, la rappresentazione più forte, da un punto di vista sociale, della perdita del senso di comunità e del valore superiore dell’individuo rispetto alle regole della convivenza civile di uno Stato.
Non mi soffermo sulla sua condanna in modo definitivo a 4 anni per frode fiscale, alle decine di prescrizioni per le leggi ad personam da lui fatte approvare, dei processi che ha ancora in corso.
Mi soffermo invece sul fatto che dalla sua discesa in campo in Italia si è dato vita a una politica dove l’azione dello Stato è andata a perdere di importanza, a fronte di un aumento della libertà individuale per perseguire la quale ha senso anche limitare le libertà altrui.
È l’uomo politico che ha rappresentato il senso più forte del capitalismo esasperato, che ha prodotto anche in Italia il neoliberismo economico dominato dal capitalismo finanziario, che ha prodotto un aumento esponenziale delle disuguaglianze sociali, seguendo le tracce delineate dalla Thatcher in Inghilterra, da Reagan prima e Trump dopo in America.
Tutto ciò, insieme a una sinistra che è stata complice in questo processo, ha prodotto lo sfacelo dei servizi pubblici a cui stiamo assistendo in questi mesi, dalla sanità, alla scuola, al welfare.
La pandemia ha solo reso più chiaro a tutti quanto il sistema che abbiamo creato in questi decenni abbia prodotto meno diritti e ampliato il dislivello tra ricchi e poveri a favore dei primi.
Oggi stiamo riscoprendo che, per dare un futuro a questo nostro vivere su questo pianeta, c’è bisogno di più Stato, di più istituzioni, di un nuovo modello economico.
C’è bisogno di riscoprire nell’altro una persona che ha i miei stessi diritti e la mia stessa libertà e non un limite alla mia personale realizzazione.
Per questo motivo, per la sua idea di Stato e di concezione della persona, Silvio Berlusconi non può essere Presidente della Repubblica.
La politica ha bisogno di andare oltre a chi ha vissuto sul mito di se stesso e riscoprire, come ci ha insegnato una persona come David Sassoli, che il compito di chi vuole avere un ruolo nelle istituzioni è quello di mettersi a operare per diminuire le disuguaglianze sociali, costruendo uno stato, come dice la nostra Costituzione, che dia a tutti le stesse opportunità.
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