Pandemia di cocaina
Il bilancio provvisorio dell’azione di contrasto al narcotraffico svolta dalle forze di polizia e dalle dogane, nel corso del 2021, è stato di oltre 60 tonnellate di stupefacenti, di cui poco più di 9 tonnellate di cocaina sequestrati. I dati definitivi si sapranno solo tra qualche mese, quando sarà pubblicata la relazione annuale della DCSA (Direzione Centrale Servizi Antidroga).
Nel porto di Gioia Tauro sono stati intercettati i più consistenti carichi di cocaina, occultati in container (oltre sette tonnellate), con la conferma, se mai ce ne fosse bisogno, di come quel porto sia sempre quello privilegiato dalla ‘ndrangheta (anche in questo scorcio di anno vi sono state già bloccate 3 tonnellate di cocaina).
I sequestri di questa sostanza che si stanno registrando, anche in questi ultimi giorni, in diversi Paesi (200 kg ad Agadez, oltre 100 kg in Albania, una tonnellata in Guatemala), destinati al mercato europeo, evidenziano la forte domanda e la strabiliante capacità di produzione che si è realizzata negli ultimi anni in Colombia: analisti ed esperti, presenti nel Paese, parlano di oltre 1500 tonnellate annue di cocaina. Per non parlare della produzione peruviana e boliviana che raggiunge le circa 300 tonnellate annue.
L’aumento del consumo di questa sostanza potrebbe collegarsi anche alle paure e alle ansie collettive generate dalla situazione di emergenza sanitaria che i consumatori provano ad attenuare (sbagliando) facendo uso di stupefacenti. Soddisfatti di questa situazione sono invece trafficanti e spacciatori indaffarati ogni giorno con le loro attività che sono riprese, ormai da mesi, a pieno regime.
Le oltre 25000 persone denunciate all’autorità giudiziaria per delitti collegati alle droghe nel 2021 (di cui circa 6500 stranieri) rappresentano però un dato in ribasso rispetto agli ultimi anni e questo, probabilmente, è dovuto ai periodi di rallentamento della mobilità determinato, nel corso dell’anno, dall’esigenza di contenere la diffusione del virus.
Inoltre, per non farci mancare nulla, la coltivazione domestica, anche estesa, della marijuana ha ormai interessato tutto il territorio nazionale con conseguenti sequestri non limitati a poche province.
Gli oltre 450 kg di eroina confiscati confermano la diffusione anche di questa droga di provenienza prevalentemente afghana. I maggiori quantitativi sono stati intercettati a Roma, Milano, Brindisi, Firenze. La sostanza continua ad essere trasportata utilizzando per lo più corrieri (mulas), molti dei quali ingeriscono ovuli mettendo a rischio la loro stessa vita. L’ultimo episodio, alcuni giorni fa, all’aeroporto di Catania: è stato arrestato un cittadino, proveniente da Parigi, che aveva nello stomaco ben 65 ovuli per un peso complessivo di 1 kg di eroina.
In conclusione, non rallenta affatto, nel nostro paese, quel processo di “narcotizzazione”, iniziato più di mezzo secolo fa. E, parallelamente, continua nell’indifferenza generale, forse una forma di intollerabile rassegnazione.
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La dimensione transnazionale del crimine e i rischi per le democrazie
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