Presidente della Repubblica, perché una donna e perché Rosy Bindi
Presidente della Repubblica. Perché una donna e perché Rosy Bindi!
Perché una donna!
Perdonateci, donne, perdonateci tutti! La vostra partecipazione istituzionale è vilipesa da secoli, ma ora siamo nel terzo millennio!
La questione non è puramente ordinamentale, ma soprattutto culturale, sociale, finanziaria. E l’assenza della concezione femminile compromette la visione complessiva delle problematiche che affrontano le varie autorità.
Eppure la Costituzione fin dal 1948 prevede l’eguaglianza senza distinzione di sesso e il dovere di rimuovere gli ostacoli che la impediscono; come pure il voto per uomini e donne e la pari opportunità nell’accesso agli uffici pubblici e alle cariche elettive. Ma solo dopo più di quarant’anni il legislatore ordinario comincia ad attuare il dettato costituzionale, anche grazie alle sentenze dei giudici e della corte costituzionale, alle lotte di donne e associazioni, al mutamento intellettuale della popolazione e delle forze politiche.
Innanzitutto le donne acquisiscono il suffragio nel 1945, prima era illegale.
Nel 1946 all’Assemblea Costituente vengono elette 21 donne su 556 componenti (il 3,79 %). Il 18 aprile 1948 si tengono le prime elezioni democratiche: su 982 parlamentari le donne sono 49 (il 5 %). Con l’ultima tornata del 4 marzo 2018 salgono a 334 (il 35%). Un po’ di evoluzione c’è! Ma l’azione deve continuare!
Sono necessari 30 anni e 7 legislature per avere più di 50 donne in parlamento. Quota 100 è superata nel 1987 e quota 150 nel 2006. La prima donna presidente della camera è Nilde Iotti, dal 1979 al 1992. Al Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati dal 2018.
Finora l’Italia esibisce 65 governi, retti da 29 diversi presidenti del consiglio dei ministri. Nessuna donna! Su oltre 1.500 incarichi di ministro, le donne ne conseguono 83. La prima titolare di ministero è Tina Anselmi nel 1976.
Su 277 presidenti di regioni le donne sono 10, meno del 4 %. Nei consigli regionali e nei due provinciali le donne si attestano globalmente intorno al 20 %. Fra gli assessori le donne rappresentano circa il 33 %.
Nel 1946 10 donne sono sindache, nel 2018 1.097; e circa 2.000 le consigliere comunali; nel 2016 le assessore arrivano a 6.834.
Oltre un terzo degli europarlamentari eletti in Italia sono donne: 29 su 73, pari al 39,7 %.
Alla presidenza della Repubblica siedono dodici maschi. È giunto il momento di una donna!
Perché Rosy Bindi!
Perché è intelligentissima, onesta, irreprensibile, giusta, leale, franca, affidabile, operosa, dinamica, risoluta, coraggiosa, infervorata, ironica, spiritosa, e si mantiene sempre indipendente dal partito di riferimento, esprimendo anche chiari dissensi.
La vedo nel Transatlantico, sono un po’ in apprensione, mi avvicino:
“Scusi, sono Michele Del Gaudio…”
“Che mi dài del lei? Siamo colleghi! Ti conosco, sei un magistrato famoso!”.
“No, è che per me sei un monumento…”
“Guarda che non sono una statua! Sono vivace, battagliera!”.
“Allora ti chiamerò la Pasionaria del Triveneto!”.
“Vada per pasionaria, ma io son toscana, son senese di Sinalunga!”.
“Sì, ma sei espressione parlamentare del Veneto!”.
“Sei una sagoma, Michele! Faremo belle cose insieme!”.
Rosy Bindi nasce il 12 febbraio 1951. Laureata in scienze politiche, è assistente universitaria di Vittorio Bachelet, vicepresidente del consiglio superiore della magistratura, e gli è accanto negli attimi in cui lo uccidono le Brigate Rosse il 12 febbraio 1980. Ne rimane solcata.
È parlamentare europea dal 1989 al 1994, deputata dal 1994 al 2018, ministro della sanità dal 1996 al 2000, della famiglia dal 2006 al 2008, vicepresidente della camera dal 2008 al 2013, presidente della commissione antimafia dal 2013 al 2018.
È discepola di don Giuseppe Dossetti, ed infatti la incontro qualche volta a Monteveglio; ed è molto legata a Tina Ansemi.
Fra i suoi meriti vanno evidenziati: nel 1999 la riforma del servizio sanitario nazionale in continuità con la precedente del 1979 firmata casualmente dalla Anselmi; la chiusura definitiva degli ospedali psichiatrici; le restrizioni alla terapia elettroconvulsivante; i disegni di legge sui diritti e doveri delle convivenze, che le procura accuse dai cattolici, perché audace, e dagli omosessuali, perché timido, e sulla parità fra figli naturali e legittimi; le relazioni su Mafia ed informazione e sui Beni confiscati; le proposte di legge sul codice antimafia e sui testimoni di giustizia; la diffusione della prima lista degli impresentabili nel 2015; il sequestro degli elenchi delle logge massoniche (ritorna la Anselmi); il contributo al Gruppo di lavoro sulla scomunica alle mafie costituito in Vaticano; la pubblicazione di alcuni libri: La salute impaziente, Famiglia, Cattolica e democratica, Quel che è di Cesare.
In quegli anni incessanti, ruvidi, increspati, scottanti, senza sonno, ma entusiasmanti, coinvolgenti, imprevedibili, originali, sognanti, forieri di amicizie immense, ci bastano pochi dialoghi per tessere un percorso d’ideali che ci porta a condividere le iniziative l’uno dell’altra.
In una pausa dell’Aula ci dedichiamo proprio alle idee… più contagiose delle malattie… a volte in grado di condizionare la storia più dell’economia. Tu mi manifesti stima ed affetto, anche se io sono sempre un po’ in soggezione. Un pomeriggio sei in un gruppetto a chiacchierare ed io affido a Giovanni Bianchi una fotocopia, domandandogli di firmare quel mio progetto normativo. Ne ricevo una richiesta di attesa per leggerlo. Ed infatti è quello che intendo. Ma tu intervieni con allegra ma ferma gentilezza: “I suggerimenti di Michele puoi approvarli ad occhi chiusi. Io lo faccio. Sono tutti apprezzabili!”. Giovanni sottoscrive subito, mentre io trasalgo dall’emozione e non ho neanche un filo di energia per ringraziare. Da allora ti porto nel cuore… ancora oggi!
E ricordo felice l’appoggio alla mia mozione, sostenuta dal caro sottosegretario Luciano Corradini, che impegna il governo a rendere effettivo l’insegnamento della Costituzione e dell’Educazione Civica nelle scuole. Ottengo altre adesioni prestigiose, oltre la tua: Mattarella, Boffardi, Bassanini, Bianchi, Bonsanti, Guerzoni, Russo Jervolino, Melandri e decine di altre, altri complici.
Qualche tempo fa affermi: “Anselmi, una vita straordinaria con una sola incompiuta: sarebbe stata un ottimo presidente della Repubblica”.
Ora lo dico io, nel mio miliardesimo rispetto a voi: “Rosy, completa la tua ammirevole esistenza diventando la prima inquilina del Quirinale!”.
Poi toccherà alla prima presidente del consiglio!
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