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Pesaro, lo sport come strumento di giustizia e legalità

Francesco Montanari il . Cultura, Giovani, Marche, Società, Sport

Lunedì 22 novembre 2021 la città di Pesaro ha ospitato un importante evento cha ha visto la presenza di don Luigi Ciotti, Sergio Sottani (procuratore generale di Perugia) e Daniele Paci (sostituto procuratore presso la procura di Ancona).

L’occasione è stata la sottoscrizione, tra Libera e la rete Magistrati Sport & Legalità, di un protocollo che permetterà di consolidare le scelte di impegno reciproco per attivare percorsi didattici, formativi e informativi di promozione sul territorio nazionale dei valori costituzionali e dei principi di giustizia e legalità.

Due gli appuntamenti nella città marchigiana: la mattina presso il Liceo scientifico sportivo G. Marconi, dove si è siglato il protocollo, e il pomeriggio l’incontro con la cittadinanza.

Presso il Liceo G. Marconi si sono confrontati Ciotti e Sottani, intervistati dagli studenti ben preparati e coordinati dai professori Marco De Carolis e Paola Fraternale, mentre nel pomeriggio il fondatore di Libera ha dialogato con Daniele Paci con la moderazione di Lorenzo Bernardini dell’Università di Urbino.

Gli eventi sono stati coordinati da Peppe Puntarello, presidente di Libera Pesaro e Urbino, e da Valeria Cigliola, rappresentante dall’Associazione Nazionale Magistrati delle Marche.

Sergio Sottani ha ricordato le caratteristiche principali della mafia: violenza, omertà e volontà di arricchirsi. Quest’ultimo aspetto, il profitto, è il motivo principale per il quale la criminalità si è spostata dal sud al nord. Perché il profitto piace a tutti senza distinzione territoriale e se non si trova un argine fermo, la mafia e la criminalità penetrano in qualsiasi territorio. La grande intuizione di Falcone è stata proprio quella di seguire i soldi, perché il denaro è sì neutro ma lascia sempre traccia. A questo proposito il procuratore generale di Perugia ha ricordato l’utilità delle “misure di prevenzione”. Una di queste è la comparazione della dichiarazione dei redditi di un sospettato con il proprio tenore di vita.

Don Luigi Ciotti ha puntato l’attenzione sull’importanza di conoscere i problemi che ci circondano. Conoscere fa diventare consapevoli e la consapevolezza impone l’assunzione di responsabilità. Non è che tutti sono chiamati a fare tutto, ma ognuno è chiamato a fare la propria parte.

Sono troppi gli occhi rassegnati (se non complici) dei cittadini che rimangono spettatori degli eventi, come ad esempio sulle morti nel Mar Mediterraneo, un vero olocausto di questo secolo.

Il fondatore di Libera ha sottolineato che la legalità è un mezzo al servizio della giustizia, invitando i cittadini a non confondere la legalità con la giustizia. Non c’è legalità senza uguaglianza e ciò presuppone coraggio (per superare i limiti che abbiamo e che dobbiamo riconoscere), responsabilità (cambiamento tramite le nostre scelte personali), bellezza (riconoscere quanto di buono c’è in noi e nel mondo).

Purtroppo nel nostro paese si sta assistendo ad una “normalizzazione” della criminalità: il problema della mafia è diventato uno tra tanti problemi. Anche sul fronte dell’antimafia Ciotti ha invitato a fare attenzione che la memoria non diventi retorica. Nell’antimafia ci sono troppi slogan e occorre tenere gli occhi aperti perché all’interno dell’antimafia non si infiltri la criminalità. Ciotti, nel ricordare le testimonianze di Rita Atria, Saveria Antiochia e Sebastiano Bosio, ha puntato i riflettori su quell’80% di familiari delle vittime di mafia che ancora non conoscono la verità.

Daniele Paci ha raccontato ai cittadini che hanno riempito il cinema “Astra” l’enorme lavoro della procura di Ancona, insieme alla Dda di Reggio Calabria e ai Ros dei Carabinieri, sulla ricerca dei responsabili dell’omicidio di Marcello Bruzzese che la notte di Natale 2018 scosse la città di Pesaro. Questo racconto dettagliato ha dato modo al magistrato di segnalare come nella Regione Marche siano 98 le persone condannate al 416 bis.

Paci ha reso conto del grande lavoro delle procure marchigiane per capire i legami della criminalità organizzata nel territorio ma ha denunciato, come un segnale non incoraggiante, il fatto che la Procura di Ancona sia stata declassata da A2 a A3. Un evento che potrebbe mettere a rischio l’attenzione del territorio in un momento nel quale i magistrati hanno evidenza dell’aumento dell’attività della criminalità organizzata nelle Marche. Paci ha voluto poi sottolineare come la soluzione dell’indagine dell’omicidio di Bruzzese è avvenuta anche grazie alla collaborazione degli abitanti di Pesaro con la magistratura e le forze dell’ordine.

Fonte: Fuoritempo, 22/11/2021

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