A Palermo uno spazio di memoria
A Palermo, uno spazio di memoria vivificato dalla forza consapevole e liberatoria delle donne è stato consegnato alla città.
Dal 9 ottobre 2021, anniversario della nascita di Emanuela Loi e alla presenza della sorella Claudia, una piccola area su Via D’Amelio, rigenerata con il patrocinio del Comune di Palermo, racconta le storie di vita di donne alle quali dobbiamo riconoscenza e ammirazione. Racconta il valore delle donne contro ogni violenza.
Così anche un malridotto spartitraffico alberato e una pensilina dei bus dismessa, da sempre punto di incontro per chi si reca sul luogo della strage del 19 luglio 1992 per rendere il proprio tributo davanti l’ulivo della pace radicato sul cratere della morte, è trasformato adesso in un luogo di impegno civile contro le mafie e tutte le violenze.
Con una panchina rossa con le indicazioni del 1522 per accogliere le richieste di aiuto e sostegno alle donne contro la violenza maschile, una fontanella, il recupero dell’area verde, un masso simbolo di salda coerente e tenace resistenza. Con i nomi di Rita Borsellino, Maria Pia Lepanto, Agnese Piraino Leto, Emanuela Loi, Rita Atria incisi su una piccola targa, le donne sono protagoniste, sono il soggetto della richiesta instancabile di giustizia e di verità. E nei pannelli colorati e vivaci della pensilina le loro immagini e le loro storie di vita ci indicano i percorsi di conoscenza e responsabilità, impegno e riconoscenza che ciascuna e ciascuno di noi possiamo condividere.
Con altre associazioni palermitane, abbiamo accolto l’idea dei familiari di Rita Borsellino, e ci siamo impegnati per tracciare insieme un percorso di rigenerazione di piccoli spazi pubblici, da dedicare simbolicamente alle donne che proprio come Rita ci insegnano il valore della memoria, del coraggio e dell’impegno.
E adesso vogliamo guardare ad altri luoghi della città simbolicamente significativi per replicare esperienze simili, di cura e di rigenerazione civica, nella certezza che il valore delle donne può cambiare segno alla topografia dell’orrore e della violenza.
La memoria è viva e può diventare mappa dei diritti e della libertà.
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