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Dal Dio sbagliato al Dio dell’amore

Pierluigi Ermini il . Chiesa, Cultura, Politica, Società

“Dio è con noi” è il motto gridato da ogni religione, spesso nelle tante guerre di ogni tipo, più o meno grandi, che hanno lacerato e lacerano questo pianeta. Un motto fatto proprio dalle diverse religioni monoteiste per affermare la supremazia del loro dio, a scapito degli altri.

Ancora oggi riecheggia forte questa visione che tende a dividere cristiani, musulmani, ebrei e che allontana le grandi religioni monoteiste dalle altre grandi religioni come il buddismo e il confucianesimo. Ma le allontana anche dal pensiero filosofico e scientifico.

Un piccolo grande libro scritto da Raffaele Luise, dal titolo “Il Dio sbagliato”, spinge tutti ad andare oltre le nostre limitate verità.

In un passo del libro l’autore si rivolge direttamente a Dio chiedendosi come mai “ si faccia tanta fatica a riconoscere che la Tua storia possa essere interpretata da tutti e nei più diversi modi, perché Tu sei un Dio dalle molte epifanie, un Dio in se stesso plurale, come plurale è la fede…”

Nasce così un dialogo tra una voce narrante, un poeta, un mistico e un filosofo, su una spiaggia di Creta che sembra rappresentare il punto di congiunzione tra oriente e occidente, tra spiritualità e ragione, aprendo un dialogo verso non il Dio che oggi è, ma il Dio che verrà.

Questo libro ci invita ad uscire dalla nostra visione monoteista per aprirsi a un Dio plurale, un Dio Unico per tutti ma creduto in modi diversi da ciascuno, riconoscendo che ogni grande pensiero religioso e non solo è una via di salvezza.

Un Dio che abita in noi e nel cosmo, che si svela un po’ ogni giorno se proviamo a cercarlo animati dai nostri dubbi, dalle nostre domande, dalle poche certezze che abbiamo, ma anche dalla spinta dell’amore, che pulsa dentro di noi.

Leggendo questo libro si impara ad apprezzare le verità delle altre religioni, si impara che anche la scienza è in relazione con le altre forme del pensiero, religioso e filosofico che solo una visione di insieme ci permette di ampliare le nostre conoscenze.

“Ogni definizione di Dio è una bugia” diceva Simone Weil; il divino è al di sopra delle nostre facoltà e non si può prescindere dal dialogo per avvicinarsi alla sua, seppur parziale conoscenza.

Dio è sempre un qualcosa di più e questo qualcosa in più che non si conosce è ciò che spinge il nostro cammino ad andare oltre la prossima curva che ci attende.

Così questo piccolo ma intenso libro mi fa venire in mente una bella canzone di Franco Battiato dal titolo “Le sinfonie del tempo” che a un certo punto dice: “Le sento più vicine le sacre sinfonie del tempo con una idea: che siamo esseri immortali caduti nelle tenebre, destinati a errare; nei secoli dei secoli, fino a completa guarigione”.       

La guarigione può iniziare con questa nuova visione del nostro cammino, suggerita dal libro di Raffaele Luise: “Abbiamo bisogno di una pratica nuova: il dialogo come via all’accoglienza e alla riconciliazione delle differenze”.

Un po’ come ci suggerisce un libro di Vito Mancuso dal titolo “I 4 maestri” dedicato al pensiero di Socrate, Buddha, Confucio e Gesù. “Quattro maestri che insieme prefigurano un itinerario. La meta è il maestro più importante: il maestro interiore, il quinto maestro” si legge nella presentazione che ne fa il suo editore.

Un libro che mi  intriga e che vorrei leggere quanto prima, perché sembra essere una buona continuazione della lettura appena conclusa de “Il Dio sbagliato”.

Dio è sconosciuto anche a noi cristiani, musulmani ed ebrei che non siamo i depositari della sua verità. Conosciamo solo una parte, forse anche piccola di un divino che è inafferrabile, ma che al tempo stesso ha deciso di abitare anche nel nostro cuore.

Confondendo così ogni nostro modo di pensare, ma aprendo la strada al dialogo tra di noi e con lui, attraverso il linguaggio che meglio conosce e lo fa riconoscere al mondo: quello dell’amore.

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