Futura 2021: «Il nostro patto è cambiare il Paese»
Il segretario generale della Cgil Maurizio Landini chiude la tre giorni di Bologna: “Il problema non è fare accordi col governo, è come si fanno e per fare cosa. Vogliamo essere ascoltati prima delle scelte, per intervenire in modo decisivo”.
Partecipazione, inclusione, rappresentanza: tre parole per dire che il sindacato vuole prendere parte al cambiamento del Paese, mettendo al centro i lavoratori. Così il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, intervistato dal direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana, nell’evento che ha chiuso Futura 2021, la tre giorni del sindacato a Bologna: “Noi come Cgil vogliamo progettare il cambiamento”, ha detto.
La rappresentanza, ha spiegato il leader di Corso d’Italia, “significa necessità che ci sia un nuovo coinvolgimento delle persone. In questi tre giorni abbiamo voluto aprire il confronto con il Paese, con l’Europa e il mondo, con tante intelligenze, perché adesso è il momento di mettersi insieme. Vogliamo rafforzare l’unità del mondo del lavoro e del sindacato: c’è bisogno di dare un ruolo molto forte ai delegati e delegate nei luoghi di lavoro, migliaia di uomini e donne che tutti i giorni ci mettono la faccia”.
Landini parla del rapporto col governo, in vista dell’incontro col premier Draghi, lunedì 27 settembre a Palazzo Chigi, sul tema della salute e sicurezza. “Nei confronti del governo e delle imprese rivendichiamo la necessità di una nuova partecipazione: vogliamo essere coinvolti nel momento in cui si prendono le decisioni, tutte le riforme in cantiere devono avere queste caratteristiche. Abbiamo a disposizione risorse senza precedenti, non vogliamo perdere l’opportunità e vogliamo dire la nostra in modo molto preciso”.
Il ruolo del sindacato va riconosciuto pienamente: “Chiediamo alla politica di ricostruire la rappresentanza con il mondo del lavoro”. Nel confronto con Draghi, ha chiarito il segretario, “il problema non è fare patti, i patti non ci spaventano, ma il punto è come si fanno e per fare cosa. Con il governo abbiamo già firmato accordi, per esempio sulla scuola, ma vogliamo capire come si fanno le cose e dove vogliamo andare. Con una lettera di Cgil, Cisl e Uil abbiamo chiesto all’esecutivo di aprire un confronto sulle riforme per il Paese”. Alla domanda su cosa si aspetta Draghi, dunque, Landini risponde: “Mi aspetto un confronto di merito sui temi specifici, per trovare delle soluzioni: l’incontro di lunedì è sulla sicurezza, perché non si può continuare morire sul lavoro, ma sono tanti i nodi da affrontare”.
Tra questinLandini ne ricorda alcuni: “Serve l’accordo sugli investimenti nel Pnrr, un protocollo con le parti sociali per definire come si spendono quei soldi. Poi il 31 ottobre scadono i licenziamenti, non si può certo licenziare, bisogna affrontare il tema con nuovi ammortizzatori. E ancora la legge di bilancio: bisogna discutere sulla riforma delle pensioni, del fisco, degli stessi ammortizzatori sociali”.
C’è quindi il nodo dei bassi salari: “Devono crescere per far ripartire l’economia, va fatto col rinnovo dei contratti e agendo sul fisco: lotta all’evasione e meno tasse su lavoratori dipendenti e pensionati, aumentando il netto in busta paga”. Contro i contratti pirata è sempre più urgente una legge sulla rappresentanza. Questi sono solo alcuni dei temi su cui la Cgil rivendica il suo ruolo, come ribadisce il segretario: “Non vogliamo essere convocati per venire informati su ciò che ha deciso la maggioranza, vogliamo essere ascoltati prima per dire la nostra e intervenire in modo decisivo”.
Fonte: Collettiva
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