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Le stragi del 1992 e la fiducia nello Stato

Rossella Guadagnini il . Giustizia, Mafie, Memoria, Politica, Società

‘Se voi non ci lasciate sognare, noi non vi lasceremo dormire’  – Anonimo

Come si fa ad averla, specie quando viene dimostrata l’infedeltà di alcuni suoi rappresentanti e servitori che l’hanno tradito? Le ragioni di magistrati, forze dell’ordine, familiari delle vittime, politici e uomini delle istituzioni.

È la domanda cruciale che tormenta tutti coloro che – per diverse ragioni e a diverso titolo – si sono occupati di stragismo mafioso, in particolare degli eccidi di via d’Amelio in cui morì Paolo Borsellino e di quello (preannunciato dall’attentato dell’Addaura) di Giovanni Falcone e delle rispettive scorte. Sono magistrati, giuristi, avvocati, familiari delle vittime, politici, giornalisti, professori e scrittori, testimoni, pentiti e prelati, perfino criminali omicidi incalliti. L’interrogativo che prima o poi si affaccia per ognuno è: occorre avere fiducia nello Stato. Sì, ma come si fa?

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