Napoli ricorda Mario Paciolla a un anno dalla morte. La famiglia: «Vogliamo verità»
Genitori, amici, rappresentanti delle istituzioni locali e dell’associazionismo continuano a chiedere giustizia per il giornalista e operatore Onu morto in Colombia il 15 luglio 2020. Presenti a San Domenico Maggiore anche il presidente Fnsi, Giuseppe Giulietti e il segretario del Sugc, Claudio Silvestri.
Napoli ricorda Mario Paciolla e continua a chiedere la verità sulla sua morte, avvenuta un anno fa in Colombia. Il chiostro del Complesso di San Domenico Maggiore, nel cuore del centro storico di Napoli, è teatro della commemorazione per il 33enne cooperante napoletano, impegnato come osservatore dell’Onu per il rispetto degli Accordi di pace a San Vicente del Caguan in Colombia, trovato impiccato nella sua abitazione il 15 luglio 2020.
«Per noi è fondamentale sapere la verità, sapere quello che è successo», dice la madre di Mario, Anna Motta. «Da cittadini aspettiamo che si conosca al più presto la verità, per mio figlio e per i tanti che hanno rimesso la loro vita per i propri ideali. Come genitori chiediamo giustizia», aggiunge il padre, Giuseppe Paciolla.
Alla commemorazione sono intervenuti il sindaco di Napoli Luigi de Magistris, fin da subito al fianco della famiglia e che un anno fa ha disposto l’esposizione sulla facciata di Palazzo San Giacomo di uno striscione con la scritta “Verità per Mario Paciolla” che ancora oggi campeggia sulla sede del Comune, padre Alex Zanotelli, gli avvocati Alessandra Ballerini ed Emanuela Motta che difendono la famiglia di Mario Paciolla, il senatore Gregorio De Falco, il presidente della Federazione nazionale della Stampa italiana Giuseppe Giulietti e il segretario del Sindacato unitario Giornalisti della Campania Claudio Silvestri, Désirée Klain, portavoce del presidio regionale di Articolo21, oltre ad amici e conoscenti del cooperante.
«Ogni qual volta c’è una famiglia che reclama verità e giustizia, che siano i Paciolla, i Regeni, gli Alpi o i Hrovatin, abbiamo il dovere di illuminare la loro richiesta di verità e giustizia, perché il vero pericolo è l’oblio», il commento del presidente Giulietti. «I regimi puntano sull’oblio per cancellare le tracce – aggiunge – quindi noi abbiamo il dovere di illuminare la richiesta della famiglia e dei legali e abbiamo il dovere di ricordarci che Mario è stato anche un giornalista e ha scritto splendidi reportage su Napoli e sulla pace. Valutiamo di raccogliere tutti gli scritti di Mario per ricordarlo anche in questa veste».
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