Corsico (MI) per Pietro Sanua: “Un uomo semplice che voleva cambiare le cose per la gente comune”
Le parole di Lorenzo Sanua hanno chiuso la cerimonia di intitolazione della sala consiliare alla memoria di suo padre Pietro, ucciso dalla mafia nel 1995 per il suo impegno contro l’illegalità, che si è svolta ieri pomeriggio in via Roma
Corsico (23 giugno 2021) – La sala consiliare è ufficialmente dedicata alla memoria di Pietro Sanua, il commerciante che venne ucciso il 4 febbraio 1995 da un colpo di lupara mentre si apprestava a preparare la sua bancarella di fronte al parco Giorgella.
Infatti, in via Roma ieri sera si è svolta la cerimonia di intitolazione voluta dalla Giunta, su proposta del Consiglio comunale, che ha approvato la mozione presentata dalla Commissione antimafia.
“Il nome di Pietro Sanua è un simbolo – ha commentato il presidente del Consiglio Giandomenico Casarini – che sono certo ispirerà l’Assise verso una ancora maggiore responsabilità nel suo agire nei confronti del bene della comunità”.
“Per non dare spazio alla mafia – ha dichiarato il sindaco di Corsico Stefano Ventura – è prioritario far recuperare ai cittadini la fiducia nelle istituzioni, la cui mancanza è un terreno fertile per episodi di omertà, connivenza e corruzione. E possiamo farlo da un punto di vista sia operativo, chiedendo che agli uomini che lavorano nel settore pubblico siano date tutte le risorse necessarie per affrontare questa dura lotta, sia simbolico, come l’intitolazione di questa che è la casa della democrazia alla memoria di un uomo la cui missione è stata la tutela dei diritti e la ricerca di giustizia ed equità”.
“Oggi si chiude un percorso iniziato sei mesi fa – ha spiegato il presidente della Commissione antimafia Gianluca Vitali – per dare un doppio segnale: non solo il giusto riconoscimento verso il sacrificio di un uomo che si è speso per combattere l’illegalità, ma anche il richiamo costante del Consiglio comunale alla lotta alla mafia, che sul nostro territorio deve essere un’azione prioritaria”.
“Pietro Sanua è stato un uomo che ha difeso con forza la dignità del lavoro – ha sottolineato l’assessore alla legalità Stefano Salcuni – un valore fondamentale, sancito anche dalla Costituzione”.
“Provo una forte emozione – ha dichiarato Fabio Bottero, sindaco di Trezzano sul Naviglio e coordinatore regionale di Avviso Pubblico – perché oggi stiamo dando a tutto il territorio un messaggio importante di un rilancio forte e comune della lotta alla criminalità da parte delle amministrazioni locali”.
Lorenzo Frigerio, coordinatore di Libera Informazione, ha poi ricordato il ruolo dell’associaziomne nell’accompagnare i familiari delle vittime di mafia riuscendo a “trasformare un terribile dolore privato in un momento collettivo”.
Il professor Nando Dalla Chiesa, direttore dell’Osservatorio sulla criminalità organizzata dell’Università degli Studi di Milano, ha evidenziato come “a volte sia lenta la storia, perché ci sono voluti 15 anni affinché il nome di Pietro Sanua venisse inserito nell’elenco delle vittime della mafia, nonostante fosse chiaro che il suo omicidio non potesse essere che di stampo mafioso e causato proprio dal suo impegno come esponente del mondo del commercio”.
Lorenzo Sanua, il figlio di Pietro, ha chiuso gli interventi ricordando con emozione come il padre fosse “un uomo semplice, che voleva cambiare le cose per la gente comune, che spesso vivono nell’indifferenza. L’intitolazione della sala non è per me solo un motivo di orgoglio, ma anche un segno tangibile per la città e per questo luogo, votato a prendere le decisioni giuste per tutta la comunità”.
Alla cerimonia di intitolazione della sala consiliare è seguito, alle ore 21, un momento di riflessione aperto alla cittadinanza. Presenti anche Alessandra Dolci, coordinatrice della direzione distrettuale antimafia (DDA) della Procura di Milano, il professor Nando Dalla Chiesa e la prof.ssa Eleonora Montani
“Schiena dritta e cuore saldo” è stato il monito che Alessandra Dolci, coordinatrice della Direzione distrettuale antimafia di Milano ha rivolto al pubblico presente nel cortile della biblioteca comunale, in via Buonarroti. “L’esempio di Pietro Sanua – ha proseguito il magistrato – rappresenta il riscatto morale di questa comunità. Ed è stato un gesto importantissimo intestargli la sala consiliare. Questo, però, vuol dire assumersi un impegno morale. Il mio è garantire una verità giudiziaria, il vostro è di condividere i valori di Pietro Sanua e combattere per loro. La ‘ndrangheta è ancora molto forte ed è inserita nel contesto economico e sociale del territorio: per evitare che questo continui c’è bisogno del contributo di ciascuno di noi. Occorre decidere da che parte stare”.
L’occasione della serata era la presentazione del lavoro di ricerca “Pietro Sanua. Un sindacalista onesto e coraggioso. Le ragioni di un delitto ancora senza giustizia”, curato da Mattia Maestri, dell’Università degli Studi di Milano, da qui è nato un libro con l’introduzione del professor Nando Dalla Chiesa e della prof.ssa Eleonora Montani.
“Ho studiato tantissimo – ha evidenziato l’autore – e ho ricostruito il contesto nel quale è maturato il delitto di Pietro Sanua. Non quindi il chi, ma il perché. In un momento in cui la ‘ndrangheta stava imparando dalla mafia, presente soprattutto a Trezzano sul Naviglio. Nel volume ho inserito una mappa di tutte le relazioni criminali. È un lavoro, quindi, che tenta di far conoscere come alcune famiglie controllassero l’ortomercato, il mercato dei fiori, sottolineando che l’uso della lupara per uccidere Pietro Sanua è un chiaro segnale che si è trattato di un delitto mafioso”.
“Perché – ha precisato il professor Nando Dalla Chiesa, direttore dell’Osservatorio sulla criminalità organizzata dell’Università degli studi – a Milano la mafia c’era. Pietro Sanua è stato ucciso con l’autorizzazione della ‘ndrangheta. Non poteva avvenire diversamente, perché il territorio era uno di quelli privilegiati dalle organizzazioni mafiose”.
“Noi oggi – ha detto Eleonora Montani, dell’Università Bocconi di Milano – dobbiamo seguire la strada tracciata e continuare a lottare per i valori profondi di giustizia e legalità che devono caratterizzare il nostro agire quotidiano. Oggi ho condiviso con la comunità di Corsico questi valori”.
“Mio padre – ha concluso Lorenzo Sanua – era un uomo giusto e onesto. Oggi la mafia è ancora presente e la gente ha bisogno di fatti tangibili. Perché i fatti contano tanto. L’antimafia deve essere in grado di organizzarsi meglio di quanto già fa la criminalità. Perché siamo di più e possiamo sconfiggerla. Dobbiamo essere e sentirci antimafiosi ogni giorno”.
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Il Ministro Lamorgese alla presentazione del libro dedicato a Pietro Sanua
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