Sentenza del Tar contro Report, l’Assemblea di Articolo 21 lancia le iniziative in difesa delle inchieste giornalistiche
Difendere in ogni sede la possibilità di fare inchieste giornalistiche e far valere la legge che tutela il segreto professionale: questi i due punti cardine della riunione di questa mattina di Articolo 21 incentrata sul caso della sentenza del Tar che ha riguardato Report e che per questo è stata allargata alla partecipazione di Sigrido Ranucci e dei rappresentanti del cdr della Direzione per l’Offerta Informativa Rai.
Tra i primi interventi quello del Presidente della Federazione Nazionale della Stampa Italiana, Giuseppe Giulietti che ha annunciato l’iniziativa che si terrà mercoledì insieme all’Usigari e sottolineato come “la sentenza del Tar è un precedente pericolosissimo che va ad aggiungersi ad altre azioni recenti ed eclatanti contro il segreto professionale. Penso – ha detto Giulietti – a quanto accaduto a Trapani nell’ambito del procedimento sugli sbarchi e nel quale c’è stata una grave ingerenza nell’autonomia di molti colleghi, ma penso anche alla mancata approvazione di una dignitosa legge contro le querele bavaglio e alla vicenda del carcere per i giornalisti. Un accerchiamento vero e proprio”.
Sigfrido Ranucci ha ribadito che Report non consegnerà mai le mail e non rivelerà le fonti ma ha altresì aggiunto che “quanto accaduto con questa sentenza non riguarda solo Report e la Rai bensì tutto il mondo dell’informazione”.
La Presidente del Consiglio dei Giornalisti del Lazio, Paola Spadari, ha richiamato l’attenzione sulla necessità di proteggere il lavoro dei giornalisti in quanto si tratta di un argomento che afferisce il nostro livello di democrazia e la possibilità di informare i cittadini”.
Di “verdetto inaudito” ha parlato il segretario dell’Usigrai Vittorio Di Trapani annunciando che la vicenda sarà seguita da un gruppo di avvocati “per conto di tutti i giornalisti Rai cui va assicurata la possibilità di lavorare come gli altri colleghi e di garantire il servizio pubblico”.
I circoli regionali di Articolo 21 hanno proposto una campagna informativa sui rischi che si corrono scoprendo le fonti “al fine di coinvolgere il maggior numero possibile di cittadini”.
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