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“Sono Stato anch’io”: vita di Pietro Nava, testimone

Luca Cereda * il . Cultura, Lombardia, Mafie, Memoria

Quelli del Beato Rosario Livatino, giudice ucciso dalla mafia trent’anni fa, e di Piero Nava sono destini incrociati.

Perché la testimonianza del lecchese Nava ha permesso al “Giudice ragazzino” di avere giustizia per il suo omicidio. Lo sono perché entrambi sono uomini dello Stato: il Beato Livatino è stato ucciso proprio per questo, perché giudice impegnato contro la criminalità organizzata, la Stidda siciliana.

Piero Nava nel suo libro “Io sono nessuno” uscito l’anno scorso in occasione del trentennale di quel 21 settembre 1990 che ha cambiato per sempre la sua vita e quella del giudice Livatino, ripete spesso «Sono Stato anch’io». Stato con la S maiuscola, da uomo dello Stato. Questa frase è diventata il titolo dello spettacolo teatrale che racconta – come recita il sottotitolo – la sua vita in fuga dalla mafia. Il debutto di questa piece teatrale è questa sera alle 21 nel parco di Palazzo Belgiojoso a Lecco.

«Il ruolo avuto da Piero Nava, agente di commercio lecchese, nel permettere la cattura degli assassini del giudice, lo ha portato – insieme alla sua famiglia – a cambiare identità. Ha dovuto tagliare legami con il passato, anche con la sua città natale, e questo spettacolo è per lui un modo per chiedere un cerchio con la sua stessa storia», spiega Lorenzo Bonini che insieme a Paolo Valsecchi e Stefano Scaccabarozzi hanno scritto il libro “Io sono nessuno” sulla storia di Nava e da cui è tratto lo spettacolo.

«In scena portiamo la vicenda di Piero raccontata attraverso i suoi stati d’animo, il suo fumare molto per la tensione quando non capiva a quale destino avrebbe portato lui e la sua famiglia, la sua testimonianza», spiega il regista e attore Alberto Bonacina. Sul palco viene affrontato il tema dell’identità: «Tocchiamo perdita dell’identità a seguito della testimonianza, quello che Nava che si è dovuto lasciare alle spalle scegliendo di testimoniare contro gli assassini di Livatino. Perduta e ritrovata a fatica, a distanza di 30 anni. E poi c’è il tema della responsabilità: sono Stato anch’io è una frase che Nava ripete spesso, una frase in cui crede molto, perché spiega gli ultimi tre decenni della sua vita e perché ognuno di noi compone lo Stato», continua Bonacina.

Se quelli di Livatino e di Nava sono destini che si sono incrociati sulla superstrada Canicattì-Agrigento, con la sua beatificazione, Livatino rappresenta ancor di più un esempio universale delle virtù morali e spirituali che incarnava contrastando la criminalità organizzata. Questo è avvenuto anche grazie anche un uomo che Rosario Livatino non conosceva, Piero Nava, ma che con il suo ruolo di testimone è stato, ed è ogni giorno, un servitore dello Stato.

«Per il mio gesto – aveva detto Nava il 9 maggio in collegamento telefonico con Lecco in occasione della beatificazione del giudice – ho perso il lavoro e i miei affetti, e sono finito nel più assoluto isolamento, costretto a cambiare più volte residenza e ad emigrare all’estero». Nava però si è fatto scudo e forza con la famiglia: «In questi anni nessuno mi ha mai giudicato per la scelta che ho fatto di testimoniare. Ne i familiari più stretti ne i miei amici».

Per questo lo spettacolo, dopo il debutto di questa sera e le repliche che saranno fatte lungo tutta l’estate, «verrà portato nelle scuole, è Piero stesso che desidera che la sua storia raccontata con il linguaggio del teatro sia uno strumento per far riflettere i giovani e sensibilizzarli sul tema della cittadinanza attiva», conclude Bonini.


«Quella mattina ho assistito alla barbara morte di Rosario Livatino e ho deciso di testimoniare non sapevo chi fosse la vittima dell’agguato cui avevo assistito, solo molte ore più tardi ho saputo che si trattava di un giudice, di un giovane magistrato antimafia. Oggi so che quell’istante che ha cambiato per sempre la mia vita è servito a dare giustizia ad un Beato. Quel giorno sono morto insieme a lui, mi sono caricato sulle spalle una croce che continuo a portare ancora oggi. Spero che l’esempio, la Fede e il rigore morale del giudice Livatino possa ispirare i giovani nel fare le scelte giuste. È il motivo per cui ho deciso di raccontare la mia storia in un libro. Ho voluto dire dire ai ragazzi che la mafia e la criminalità organizzata proliferano dove c’è indifferenza, perché lo Stato siamo tutti noi», aveva detto ad Avvenire Piero Nava il 9 maggio in occasione della beatificazione del giudice Livatino.


L’evento di oggi è organizzato da Assocultura Confcommercio Lecco in collaborazione con Cartiera dell’Adda, Lo Stato dell’Arte, Comune di Lecco e Simul. In caso di pioggia ci si sposterà da Palazzo Begiojoso all’interno Spazio Teatro Invito. L’ingresso è gratuito ma con prenotazione obbligatoria sul sito www.leggermente.com.


* Avvenire, 19/06/2021

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