NEWS

Napoli, il murale della vita dedicato a Noemi è stata una grande battaglia di civiltà

Geppino Fiorenza * il . Campania, Giovani, Giustizia, Memoria, Società

Ho letto il fondo di Adolfo Scotto di Luzio su “Il Mattino” del 16 giugno a proposito del Murale dedicato a Noemi, la bambina ferita due anni fa in uno scontro tra clan, in piazza Nazionale. (Cfr. Rassegna stampa complessiva Fondazione Pol.i.s.). Ed in gran parte lo condivido, come mi capita spesso con i suoi interventi. Ho apprezzato l’afflato sull’esigenza di guardare avanti, con impegno, speranza e fiducia per Noemi e noi tutti, per una vita ed una “città decente”.

Ma urgono e mi competono, in un certo qual senso, alcune precisazioni. Non posso accettare quella sua espressione relativa al “culto funebre del passato che è la memoria”.

Abbiamo spesso detto, con Bruno Vallefuoco, con Libera e la Fondazione Pol.i.s., che una cosa è il semplice ricordo, un’altra cosa è “fare memoria”! Lo dobbiamo ai tanti familiari delle vittime innocenti di mafia e criminalità comune, molti dei quali non hanno mai avuto giustizia. Fare memoria è certo un intimo e privato esercizio singolo o familiare. Ma, nel corso del tempo, si è necessariamente trasformato anche in un “dovere” condiviso, intanto dalla solidale comunità dei familiari, ma anche dalle istituzioni e dallo Stato.

Per questo del resto è stata approvata una Legge (n. 20 dell’ 8.03.2017) la quale ha sancito che il 21 marzo di ogni anno sia “Giornata nazionale della memoria e dell’impegno”, dopo circa vent’ anni che Libera di don Ciotti la promuoveva.

E, per farla breve, mi piacerebbe che l’autore dell’articolo, una volta vi prendesse parte, in una delle centinaia di città in cui si svolge.

Non tanto per dovere di cronaca, ma perché si potesse rendere conto, di persona, che affianco al dolore che certo tutti esprimono, quella è paradossalmente una “giornata di festa”! Perché è un giorno di condivisione, di scambio, di solidarietà, anche con momenti di sincera allegria, altro che “lugubre rituale”. Rappresenta il trionfo della vita, per dimostrare che il nome degli assassini si disperde, ma quello delle vittime risuona alto e per sempre! Con il grido di verità e giustizia.

Non credo poi che ci si debba liberare del passato per guardare avanti ed al futuro. Non c’è futuro senza memoria, che insegna e fa riflettere. I nostri giovani non saprebbero niente del passato se non si documentassero, con i loro insegnanti, su Auschwitz o sulla “banalità del male”. Ed infatti fa benissimo, proprio l’autore, a ricordare che l’abusata frase, trascritta sulla gradinata del Murale, “Il senso morale di una società si misura su ciò che fa per i bambini”, è del teologo Dietrich Bonhoeffer, impiccato dai nazisti a Flossenbürg il 9 aprile del 1945, che farebbe bene a “toglierci veramente il sonno”!

Oltre che della mia adorata nipotina, mi sento sempre il nonno dei “tanti Aylan Kurdi”.

Ma aggiungo, da psicologo, che ha seguito centinaia di ragazzi da Secondigliano ad altrove, che è fondamentale, anche sul piano individuale, saper coniugare memoria e prospettiva futura. Non si potrà mai guardare avanti con fiducia senza una necessaria “elaborazione del lutto”, che non avviene improvvisamente, ma attraverso un lungo percorso, spesso doloroso ma liberatorio. Bravissima Tania, la mamma di Noemi che tutto le racconta con semplicità ed amore.

A noi tutti toccherebbe, invece, rispondere a quella candida, ma drammatica domanda e risposta: “Perché il cattivo ha sparato proprio a me. Ad una bambina ? Non si fa!” Ci tocca e non potremmo farlo senza ricordare, ricostruire, approfondire, con il meraviglioso aiuto della Magistratura, del testardo giornalismo d’inchiesta e delle straordinarie forze dell’ordine che abbiamo.

Un’altra cosa. Ed anche qui ci vuole documentazione e conoscenza, non banale o superficiale.

Certo durante la cerimonia di sabato 15 non avrei potuto raccontare dettagliatamente tutto il percorso di “adozione sociaIe” e di vicinanza della Fondazione Pol.i.s. alla famiglia di Noemi, con lo straordinario impegno di tanti, ma, in particolare, con quello instancabile di don Tonino Palmese e di un ragazzo che si chiama Enrico Tedesco, con il coinvolgimento di tante istituzioni che le permetteranno di guardare con maggiore fiducia proprio alla vita futura di Noemi, non solo augurarlo, mentre magari qualcuno…passerà a seguire distrattamente altri “eventi”.

A nessuno sarà poi sfuggito che la bellissima idea del “Murale della vita”, pieno di colori e con il campeggiare di quegli occhi meravigliosi di una bambina, che l’ha immaginato, realizzata con gli esperti di INWARD, l’Osservatorio nazionale per la creatività urbana, di Luca Borriello, attraverso un vero e proprio percorso didattico ed educativo, come hanno spiegato Giulia , Silvia, Vittorio, anche psicologicamente fondato, è stato il modo più bello per capovolgere quel “prezioso” dibattito sui Murales.

E mi permetta di dire che non si è trattato affatto di “una strana battaglia per il controllo dei muri”, ma di una grande battaglia di civiltà, per cui dobbiamo ringraziare di cuore il Prefetto Valentini, i magistrati intervenuti e la stessa coraggiosa campagna proprio del Mattino.

Un’ultima cosa. Sono orgoglioso del fatto che la Fondazione Pol.i.s. abbia interpretato al meglio l’idea progettuale che, proprio per guardare avanti ed al futuro, oltre a celebrare la memoria vivificante di tante vittime, abbia anche al centro della sua “mission” e della sua attività l’attenzione e l’impegno per bambine e bambini, ragazze e ragazze.

Proprio così: dal dolore all’impegno per la cultura e la vita, la lettura ed il gioco, l’arte e la poesia, anche per accompagnare in un percorso di cambiamento quei ragazzi che sbagliano e vanno a finire in galera e di cui, onestamente, tranne i meravigliosi addetti ai lavori che operano tra tante difficoltà, nessuno si occupa.

È per questo che, grazie ad una recente Legge regionale, proposta da Antonio Marciano, saranno ampliati e diffusi gli “spazi di lettura” per bambini da zero a sei anni, “con le loro mamme”. È per questo che la stessa Fondazione, con AsCenDeR, Centro di Documentazione e Ricerca, e tante significative associazioni di base, da “Figli in famiglia” ai “Maestri di strada”, oltre al loro incessante lavoro quotidiano, che avrebbe bisogno di ben altra attenzione, hanno lanciato quell’Appello a Governo e Parlamento, spero firmato anche dall’autore, ripreso a livello regionale da Bruna Fiola, perché nel Recovery Plan ci sia uno spazio specifico per un Piano nazionale infanzia. Approvato “all’unanimità” in Parlamento e ben presente nelle dichiarazioni del Presidente Mario Draghi, delle ministre Mara Carfagna, Elena Bonetti e di altri componenti del Governo.

Voglio chiudere con un sentito, personale e collettivo ringraziamento al ministro dell’interno, Luciana Lamorgese che ha capito tutto. E ricordare, ancora una volta, che Fabrizia Ramondino spiega che l’antico nome della città di Napoli, Parthenope, significa letteralmente “occhi di fanciulla”. Ed è bello ripartire di là.

* Presidente di AsCenDeR e presidente onorario della Fondazione Giancarlo Siani Onlus

*****

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link