A proposito della legge Zan
Si è aperto nuovamente un dibattito intorno alla legge Zan grazie alle parole di Fedez e questo è certamente un fatto positivo.
Dunque questo artista, aldilà di quello che lui può rappresentare per ciascuno di noi (e che qui non interessa), ha avuto il merito di dire ciò che pensa, stimolando le nostre coscienze a cercare di farsi un’idea più precisa su questo testo. L’arte e direi anche gli strumenti di comunicazione, servono anche a questo, ad aiutare una comunità ad animare una discussione.
Il tema per me è di quelli che riguardano non tanto la libertà di pensiero e di espressione o la paura che venga meno la tutela della famiglia tradizionale (come qualcuno pensa anche nel mondo cattolico), ma di come il mio modo di pensare e di esprimere le mie idee possa favorire un atteggiamento di violenza in me e negli altri. Ed è una riflessione che ci investe tutti, ad iniziare da come stiamo e ci esprimiamo sui social, fino alla politica anche per come si manifesta in tutti i vari strumenti.
Per questo la legge Zan, aldilà dei limiti che può avere, è una legge che tende a impedire che, anche attraverso il linguaggio, si favorisca nella nostra società lo sviluppo di forme di violenza che sono sotto gli occhi di tutti verso le persone gay, lesbiche, ma in generale verso tutti coloro che sono portatori di diversità.
Nella nostra società abbiamo bisogno di porre questi limiti, perché nei confronti di ogni forma di diversità si anima in modo intollerabile troppo spesso la sfera della violenza, che impedisce il rispetto dei diritti e della dignità di ciascuna persona. I diritti civili, il rispetto e la dignità di ogni persona sono lo spartiacque tra una democrazia compiuta e una società non ancora in grado di vivere questi valori.
L’Italia nella sua incompiutezza e nell’inadeguatezza di ciascuno di noi a riconoscere e a vivere questi valori, ha bisogno anche di una legge che punisca la propaganda e l’istigazione a delinquere per motivi di discriminazione di genere, razziale, etnica o religiosa .
D’altronde proprio in questi giorni molti di noi hanno firmato una proposta molto simile contro la propaganda fascista e nazista proprio per le conseguenze che questa propaganda può comportare.
Dunque c’è un filo conduttore tra queste due leggi, che vogliono impedire, su campi diversi, non la libertà di espressione, ma il fatto che il tuo modo di esprimerti e di agire porti a forme di violenza e di abuso di potere contro chi è diverso da te.
La violenza verbale purtroppo è l’anticamera della violenza e la politica tutta, per prima, dovrebbe riconoscere questo rischio per la libertà e la democrazia, e cambiare modo di esprimersi e di agire.
Dunque anche se non sarà una legge perfetta, proprio per l’incompiutezza della nostra democrazia in materia di rispetto e di diritti civili, chiedo che il Senato discuta subito questa legge già approvata alla Camera.
Sarà un aiuto a renderci conto che le nostre parole non devono mai ferire e suscitare violenza contro chi è diverso, in quello che è un cammino verso una maggiore libertà.
Dunque questa è una legge che chiama a un senso di responsabilità di tutti noi cittadini dalla quale non possiamo esimerci come se il problema non ci riguardasse.
E ciò servirà anche a questa politica, troppo spesso strillata e conflittuale, di cui abbiamo sempre meno bisogno.
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