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Adesso ve le racconto io le mafie

Geppino Fiorenza * il . Recensioni

E’ stato presentato qualche giorno fa , in diretta streaming sul canale Youtube “EducAttore”,  il libro di Ivan Scherillo dal titolo Adesso ve le racconto io le mafie, prefazione di Luigi Ciotti. Edizioni Amazon. Si può rivedere sulle pagine social di “EducAttore” e su quelle di RADIO SIANI e Fondazione Pol.i.s.

Troppo spesso la letteratura, il cinema o la musica ci hanno raccontato il fenomeno mafioso attraverso stereotipi banalizzanti o addirittura offrendone un’immagine quasi “romantica” – scrive Luigi CiottiIvan si rivolge proprio ai giovani, e sceglie la chiave giusta: quella del paradosso e dell’ironia. Non racconta le mafie in modo banale: racconta la banalità delle mafie, i loro falsi idoli, le loro false promesse, la meschinità e la tristezza di chi decide di seguire il loro modello di vita”.

L’autore narra storie drammatiche come quelle di Giuseppe Di Matteo, di Annalisa Durante, Salvatore Nuvoletta, Gianluca Cimminiello e storie di riscatto, specialmente dei familiari delle vittime innocenti di criminalità.

Ma il pregio della sua scrittura è la capacità di “svelamento”: non c’è neanche lontanamente “onore” nell’agire mafioso; nulla di più falso che distinguere tra una vecchia mafia rispettosa di donne e bambini ed una più spietata. Falso, falso, falso. Come false sono le promesse di gloria e ricchezza, come talvolta capisce, alfine, chi ha posseduto splendide ville, ma non vi ha mai abitato, vivendo invece nascosto sotto terra o chi possiede, parcheggiate in garage, delle Ferrari che ha potuto guidare solo una o due volte.

Da anni Ivan gira per le scuole di tutt’Italia, portando in scena i testi teatrali da lui scritti ed interpretati, mostrando ciò che aspetta i ragazzi che si lasciano affascinare dalla strada del malaffare. Non ci sarà per loro che carcere o morte.

Non manca nel suo racconto l’ironia e la ridicolizzazione come in un immaginario “Colloquio di assunzione”, dove si palesa ben presto la vera posta in gioco, che spiazza l’interlocutore di un provetto asettico manager camorrista.

Nè mancano i tanti squarci di luce, dal lavoro del Marano Ragazzi Spot Festival, nel carcere di Nisida, a quello della Palestra di Gianni Maddaloni a Scampia.

Quella che adopera Ivan Scherillo è senz’altro una delle più ”potenti ed adeguate forme di comunicazione” per entrare in contatto proprio con quei ragazzi che subiscono il fascino del crimine, allineandosi con i loro codici di comunicazione , disvelando, mettendo in crisi false certezze, invitando almeno al dubbio. Uno sberleffo, una provocazione, una doccia fredda, un “parlare in faccia…” che vale più, nello specifico, di tante pur importanti lezioni di educazione alla Legalità, erga omnes.

Tantissimi i ragazzi delle 56 scuole di ogni ordine e grado collegate via web da varie parti d’Italia con le loro domande, da un Alberghiero di Palermo al Liceo Imbriani di Pomigliano d’Arco, agli Istituti di Cisterna di Latina, di Ragusa, di Pistoia, Foggia, Capaci, al Liceo Pansini di Napoli. Ed ancora da Torino, Monreale, Bisceglie, Brindisi, Praiano, Crotone, Torre del Greco, Bergamo, Treviso, Messina, Piedimonte Matese, Aversa, Livorno, Favara, Castelfranco Emilia, Roma, Modena, Gradisca, Forlì, Imola, Nettuno, Locri, San Giorgio a Cremano, Tortolì.

Ad interloquire con i ragazzi ci sono stati Tina Montinaro, la moglie di Antonio, caposcorta ucciso nella strage di Capaci con Giovanni  Falcone e Francesca Morvillo ed i colleghi Rocco Dicillo e Vito Schifani, che “orgogliosamente” continua la sua battaglia per la legalità nelle scuole d’Italia, portando in giro quello che resta dell’auto “Quarto Savona 15”, potente simbolo di memoria del sacrificio di chi ha dato la vita per la nostra libertà e a la democrazia; Enrico Nuvoletta, fratello del carabiniere Salvatore, ucciso dalla camorra a Marano nel 1982, per non aver voluto piegare la testa di fronte alla prepotenza dei clan. I ragazzi possono lasciare commenti e richiedere il libro scrivendo ad: associazionebbm@gmail.com

Ma a raccontare anche le vittorie dello Stato e l’instancabile impegno delle Forze dell’Ordine contro i clan sono intervenuti, in rappresentanza della Polizia di Stato, il Dr. Alfredo Fabbrocini, Capo della Mobile di Napoli; per i Carabinieri il Ten. Col. Antonio Forte, Comandante Gruppo Napoli e per la Guardia di Finanza, il Cap. Riccardo Fiore, comandante Gruppo operativo antidroga, con la testimonianza del loro impegno in prima linea  e della loro dedizione personale. Grazie dunque al Questore Alessandro Giuliano, al Comandante provinciale dei Carabinieri, Gen. Canio Giuseppe La Gala, al Comandante provinciale della Guardia di Finanza, Gen. Gabriele Failla, che hanno convintamente aderito all’iniziativa.

* Presidente di AsCenDeR, Centro Documentazione e Ricerca e presidente onorario Fondazione Giancarlo Siani Onlus

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