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Bergamo, 13 arresti per estorsione, usura e riciclaggio. Colpito il clan Arena

Lorenzo Frigerio il . Calabria, Economia, Lombardia, Mafie

Dalle prime luci dell’alba è in corso un’operazione dei Carabinieri del Comando Provinciale di Bergamo volta ad eseguire una ordinanza di custodia cautelare disposta nei confronti di 13 persone, che sono ritenute essere legate al clan Arena di Isola di Capo Rizzuto (KR). Il provvedimento di fermo è stato richiesto dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Brescia al Gip del Tribunale di Brescia.

L’attività odierna è in continuità con l’esecuzione di quattro arresti e decine di perquisizioni eseguite lo scorso 10 febbraio ai danni del medesimo sodalizio criminale, composto da originari della bergamasca e da soggetti provenienti dalla provincia di Crotone, precisamente dall’area d’interesse della famiglia Arena.

Le accuse mosse nei confronti dei 13 fermati sono usura, estorsione, riciclaggio, autoriciclaggio, bancarotta fraudolenta e detenzione illegale di armi da fuoco. Il gruppo criminale aveva allestito un efficace sistema di estorsioni nel settore merceologico dei trasporti, fondato sulla fornitura di prestiti a tasso di usura ad imprenditori in difficoltà, falsi fallimenti e conseguenti acquisizioni di società del settore, grazie anche e soprattutto al reimpiego di capitali illeciti.

Le indagini hanno permesso di ricostruire come un imprenditore bergamasco, proprietario di una ditta di trasporti si fosse presentato in passato da un concorrente per imporgli una riduzione delle commesse, accompagnando la richiesta con pesanti minacce, avallate dalla presenza degli uomini del clan.

Nell’ambito delle attività volte a scoraggiare la concorrenza rientra anche l’incendio ai danni di decine di camion di una ditta di trasporti, in quel di Seriate nel febbraio 2014. Episodio per il quale è stato possibile per gli inquirenti risalire ad esecutori e mandanti.

A completamento della costruzione di una sorta di “cartello” dominante nel settore della logistica di quel territorio, favorendo contemporaneamente la penetrazione nel mercato da parte del clan, era stata poi acquisita fittiziamente una società, dove impiegare i proventi illeciti della cosca. Oliato a tale scopo il meccanismo di riciclaggio e autoriciclaggio, a un certo punto venne inscenato anche un fallimento, ovviamente fraudolento.

Altra accusa rivolta agli esponenti del sodalizio operante in terra orobica è quella di aver avviato un sistema vorticoso di prestiti, con tassi usurai, impossibili da onorare, tanto che un imprenditore impossibilitato a restituire quanto gli era stato prestato, fu costretto a vendere un immobile sotto costo per finanziare gli strozzini.

Tutti i reati contestati sono stati commessi con la finalità di agevolare la cosca Arena di Isola di Capo Rizzuto.

Si segnala nell’ambito dell’operazione odierna, anche il sequestro preventivo di quattro ville posizionate sul litorale di Cutro, sempre in provincia di Crotone. In precedenza di proprietà di un esponente del clan Grande Aracri, il successivo acquisto sarebbe stato perfezionato con proventi illeciti risultanti da false fatturazioni, volto a dissimulare un intestazione fittizia di beni di provenienza illecita, alimentato dai reati di riciclaggio e autoriciclaggio.

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