I dati reali su immigrazione clandestina e contrasto ai trafficanti
Tra i dati forniti in occasione dell’anniversario (lo scorso 10 aprile) della fondazione della Polizia di Stato, quelli relativi all’immigrazione consentono di avere un quadro di riferimento preciso, attendibile su un fenomeno spesso oggetto di strumentalizzazioni politiche e mediatiche.
Così, se nel nostro paese i flussi migratori illegali continuano a interessare le varie rotte del Mediterraneo (34.154 i migranti irregolari giunti in Italia nel 2020 con Lampedusa, Linosa e Lampione dove si è registrato, con 20.860 migranti, il numero più consistente di sbarchi e 8.505 nel 2021, alla data del 15 aprile), non si può non rilevare come il flusso proveniente dalla Tunisia sia stato quello più consistente con 14.685 migranti nel 2020 (già 1.210 nel 2021) rispetto a quello libico (13.012 migranti nel 2020).
Quindi una maggiore vigilanza delle coste dovrebbe essere richiesta alle autorità tunisine con cui, peraltro, vige un accordo di rimpatrio degli “irregolari” che viene in linea di massima rispettato (nel corso del 2020 su 1.994 stranieri rimpatriati solo con voli charter, ben 1.831 sono stati tunisini).
Il controllo dell’immigrazione continua a richiedere un impegno notevole di personale della Polizia di Stato in particolare, negli uffici immigrazione di gran parte delle questure (1.074.691 i permessi di soggiorno prodotti nel 2020 di cui 201.227 cartacei e 873.467 elettronici, 27.202 i provvedimenti di allontanamento dal territorio nazionale adottati nei confronti di stranieri e comunitari); nei Centri di permanenza per il rimpatrio (3.666 gli stranieri rimpatriati nel 2020, erano stati 7.350 nel 2019); negli hot spot; negli uffici di polizia di frontiera (10.704 gli stranieri irregolari rintracciati in frontiera e 4.319 quelli respinti); nei costosi servizi di scorta per i rimpatri (3.409 scortati fino ai rispettivi paesi di destinazione sul totale di 3.666); in quelli di accompagnamento alla frontiera.
Naturalmente l’immigrazione irregolare proveniente dalle coste nordafricane (ma anche da quelle turche e greche e in misura minore dalle algerine e dalle albanesi), inutile farsi illusioni, continuerà ancora per molti anni (l’antropologo Michel Argier parla di un miliardo di sfollati nel mondo entro il 2050) con grande soddisfazione per le varie organizzazioni criminali che gestiscono il traffico di migranti via mare.
Anche in questo ambito, mentre i capi di tali organizzazioni si godono gli ingenti profitti nei vari paesi africani dove hanno la loro stabile residenza, la repressione di polizia va a colpire essenzialmente gli anelli deboli delle strutture criminali e cioè gli scafisti e i basisti (121 le persone arrestate dalla polizia di stato nel 2020, nelle ore immediatamente successive agli sbarchi, con il sequestro di 867 natanti che in gran parte, con il passar del tempo, diventeranno inutilizzabili).
C’è, poi, una folta schiera di immigrati invisibili, si parla di 600mila persone, in parte divenuti tali a causa dei decreti Salvini che nel 2018 avevano cancellato la protezione umanitaria e dei cosiddetti overstayers che non hanno più il titolo di soggiorno valido (non rinnovato, revocato).
Anche le istanze di protezione internazionale hanno subito un decremento nel 2020 con 28.379 censite dalla Commissione Nazionale per il diritto di asilo (nel 2019 erano state 39.255) con un 76% respinte con un provvedimento di diniego.
Una situazione generale, dunque, che richiederebbe la massima attenzione della politica per evitare che le condizioni di peggioramento sociale in buona parte attribuibili alla pandemia possano determinare gravi tensioni sociali.
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