Obiettivo raggiunto. «Grazie» da Libera
Un successo la campagna per rendere accessibili ai disabili i beni confiscati alla mafia
Il “Corriere di Torino” del 21/2 ha pubblicato un nostro articolo sui beni confiscati alla mafia, dove si parlava dell’iniziativa “Beni liberi da ogni barriera” di Libera Piemonte, diretta a rendere accessibili anche ai disabili tre beni confiscati alla mafia nella nostra Regione. E precisamente per dotare Cascina Caccia (San Sebastiano Po) di un montascale; Casa delle Rose (Moncalvo d’Asti) di una rampa d’accesso; la villa già del narcotrafficante Nicola Assisi (San Giusto Canavese) di un “orto rialzato”.
Libera si era proposta di raccogliere 10.000 euro in 25 giorni. Tanti quanti sono gli anni della legge 109/96, che permette di destinare a fini socialmente utili i beni appartenuti ai mafiosi. Legge tranquillamente definibile “Ciotti-Libera”, dal nome degli organizzatori della raccolta di quel milione di firme che “costrinse” i Parlamentari a votare la proposta all’unanimità.
Orbene, la raccolta fondi è stata un successo. Superata la somma prevista con ben 13,5 mila euro, raccolti grazie al contributo di 326 persone e 6 organizzazioni. Il risultato dimostra che la cittadinanza sa capire quanto sia importante che i beni un tempo appartenuti alla mafia, e rapinati alla collettività, siano restituiti ad essa. Comprende che in questo modo si compie una “rivoluzione” inimmaginabile solo alcuni decenni fa. Sa che quei beni diventano patrimonio comune ed è per questo che in tanti vogliono contribuire alla loro crescita.
Del risultato ottenuto vogliamo ringraziare tutti, in particolare i lettori del “Corriere” che hanno accolto il nostro invito.
Nella visione di Libera l’impegno antimafia è strettamente collegato alla memoria. Per cui ogni anno, nel primo giorno di Primavera, la rete di Libera ricorda i nomi e le storie di quanti sono stati assassinati dalla mafia. Quest’anno, dovendosi rispettare tutte le normative imposte dal contrasto alla pandemia, l’evento – anticipato al 20 marzo – sarà organizzato in forme particolari, con piccole iniziative locali raccordate con il mondo della cultura e dello spettacolo, che – come sappiamo attraversa una fase di grande difficoltà. In varie località del Piemonte (a Torino nella cornice del “Conservatorio”) verrà letto l’elenco interminabile – circa 1.100 nomi – delle vittime innocenti di mafia.
Se ci interroghiamo sulla “eredità” che ci lasciano quei nomi, quelle vite spezzate dalla barbarie mafiosa, possiamo dire – parafrasando lo storico Salvatore Lupo – che le vittime di mafia sono state straordinari creatori di credibilità e rispettabilità per lo Stato, così da consentire alla gente di dare un senso alle parole – altrimenti vuote – “lo stato siamo noi”.
Dunque, per Libera il loro ricordo vuole anche essere (in particolare in questo tempo funestato dal Covid) un inno alla vita, con lo sguardo rivolto ad un orizzonte migliore da costruire insieme.
* Fonte: Corriere della Sera – Torino, 20/03/2021
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I beni confiscati alla mafia siano di tutti, anche dei disabili. Ecco una proposta
Restituiti, a tuttə, la campagna sull’accessibilità dei beni confiscati
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