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Papa Francesco e il suo viaggio nella terra dove nacque l’alleanza di Dio con l’umanità

Pierluigi Ermini il . Chiesa, Internazionale, L'analisi, Società

Il viaggio di Papa Francesco in Iraq è un vero viaggio nei luoghi della fede che accomuna insieme le tre religioni monoteiste, cristiana, ebraica e musulmana.

Un viaggio che attraversa tutta la Mesopotamia, e la storia dell’uomo, là dove sono nate alcune delle civiltà più antiche (i Sumeri, gli Assiri, i Babilonesi). Una terra, la Mesopotamia, racchiusa tra il Tigri e l’Eufrate, che si estende dai monti della Turchia, della Siria, per attraversare tutto l’Iraq fino al Golfo Persico.

Non è un caso che il motto di questo viaggio è proprio “Siete tutti fratelli” che prende spunto dal titolo  della bellissima enciclica “Fratelli tutti” scritta da Papa Francesco.

Laggiù alla congiuntura tra il Tigri e l’Eufrate si sviluppò la città di Ur di Caldea, da dove, per la Bibbia iniziò il viaggio di Abramo (considerato uno dei patriarchi anche dal Corano, padre di Ismaele, da cui discende il popolo arabo).

Ur di Caldea è una delle tappe del viaggio di Francesco, quasi a rappresentare il “viaggio” nella fede che tutti noi credenti (cristiani, ebrei, mussulmani), siamo chiamati a fare nel corso della nostra vita nella scoperta che tutti gli uomini sono fratelli.

Il viaggio di Abramo fu un viaggio da sud a nord fino alla terra di Carran (oggi Harran in Turchia) dove lui si stabilì con la sua famiglia. Qui gli apparve Dio che gli promise la sua alleanza. Per questa scelta di Dio Abramo diventa il primo patriarca e colui da cui discendono le tre grandi religioni. Dio gli ordinò di lasciare Carran per andare nella terra di Canaan nei pressi di Sichem (a 60/70 km da Gerusalemme).

Da Ur di Caldea alla Palestina con la promessa di una discendenza. Anche noi, come Abramo scopriamo che è nel nostro camminare che si crea e si rinnova la nostra vita.

Durante il suo viaggio lungo la Mesopotamia non mancherà una visita a Ninive, un’altra città citata molte volte nell’Antico Testamento, nei Vangeli di Matteo e Luca ed anche nel Corano.

Soprattutto è nel libro dedicato al Profeta Giona che la Bibbia si sofferma su Ninive, una città di peccatori nella quale Dio invia Giona a predicare. Giona all’inizio si rifiuta di adempiere al desiderio di Dio, ma poi alla fine si recherà nella città e riuscirà a convertire i suoi abitanti. La storia poi ci ricorda che comunque la città di Ninive verrà distrutta, ieri come oggi.

In Iraq la cristianità ha origini profonde e lontane nel tempo. E la piana di Ninive è il luogo dove maggiormente sono stati perseguitati i cristiani iracheni da parte dei terroristi islamici.

Tutti noi ricordiamo la storia recente di Mosul, che si trova in questa piana (vicino all’antica Ninive), città distrutta dai miliziani dello stato islamico.

La visita di Francesco qui sarà proprio con le piccole comunità cristiane ancora presenti e in una delle poche chiese ancora rimaste in piedi, quella dell’Immacolata Concezione a Qaraqosh (vicino a Mosul), da cui impartirà l’Angelus domenicale.

Papa Francesco compie dunque anche un viaggio controcorrente rispetto a quanto pensiamo noi cristiani dell’Occidente, perché è proprio da oriente che nascono le origini delle religioni monoteiste. Là dove si è manifestato il Dio di tutti, nella terra in cui si sviluppano alcune grandi civiltà dell’umanità (i Sumeri e gli antichi Egiziani sono considerate le prime civiltà urbane).

E sarà il primo Papa a farlo, dopo che per anni questo era stato il sogno anche di Papa Giovanni Paolo II che non ha avuto però la possibilità di esaudire questo suo desiderio.

Nell’ottica che contraddistingue questo papato, molto importante sarà anche l’incontro di Francesco con il Grande Ayatollah Sayyd Ali Al- Husaymi Al –Sistani che avverrà a Najaf, in una delle città più sacre dell’Islam sciita, terra di pellegrinaggio e di grandi scuole di fede musulmana.

Un incontro che prende spunto anche dal documento sulla fratellanza umana sottoscritto nel 2019 ad Abu Dhabi  da Papa Francesco e il Grande Imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb (maggior rappresentante del mondo islamico sunnita).

Francesco con questo suo pellegrinaggio là dove l’alleanza di Dio con l’umanità vide la luce, ancora una volta ci ricorda la necessità di superare gli steccati che l’integralismo religioso (di qualunque fede) ci pone davanti.

Occorre guardare a quel “Dio di tutti gli uomini e le donne” che è oltre le limitate verità che ogni religione ha in sé.

Siamo anche noi chiamati ad andare “oltre”, nella consapevolezza che l’altro è un mio fratello e che solo l’amore può condurci, come Abramo oltre Ur di Caldea, verso la terra promessa, ricca di latte e miele.

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