Cutolo se va con i suoi molti misteri
Raffaele Cutolo risponde alle domande, come di consueto incalzanti, di Giuseppe Marrazzo, si schermisce, allude, fa del sarcasmo: siamo nel 1981.
Sguardo penetrante, a tratti sfuggente, mani strette alle sbarre della gabbia o intente a stringere quelle dei tanti che gli porgono ossequio nell’angusta aula del vecchio tribunale di Napoli di Castelcapuano, affollata dai suoi uomini, sostituita da una più sicura aula bunker troppo tardi, e dopo tanti delitti, quelli della lunga guerra tra la Nuova Camorra Organizzata, da lui fondata, e la Nuova Famiglia, il più sanguinoso scontro tra cosche che l’Italia abbia visto.
Il tribunale di sorveglianza di Bologna aveva sottolineato, a giugno 2020, come le sue condizioni di salute fossero compatibili con la detenzione, ma soprattutto come, nonostante l’età, fosse ancora figura carismatica e un simbolo per tanti camorristi.
Carcerato più anziano al 41bis, Cutolo è morto a 79 anni, portando con sé molti segreti, sui suoi rapporti con il mondo delle imprese, gestiti con la sorella Rosetta, e sulla trattativa che pezzi dello Stato fecero con le Brigate Rosse per la liberazione dell’assessore democristiano Ciro Cirillo.
Il boss fu uomo in grado di recitare la parte del pazzo, di approfittare della fragilità di alcuni settori dello Stato e della corruttibilità di altri, manipolando la rabbia e i bisogni di tanti. Lo racconta quel capolavoro che è “Don Rafaè”, la canzone di Fabrizio de Andrè: anche meglio di un trattato di sociologia…
* Inviato Tg3
Raffaele Cutolo, fondatore della nuova camorra organizzata, è morto nel carcere di Parma. O' professore, come era conosciuto, aveva 79 anni e stava scontando 4 ergastoli. Porta con sé silenzi e misteri pic.twitter.com/u4DhWvoJVD
— Tg3 (@Tg3web) February 18, 2021
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