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I ladri georgiani “maestri” nei furti nelle abitazioni

Piero Innocenti il . Criminalità, Emilia-Romagna, SIcurezza, Società

In una ipotetica Università del crimine, i malviventi georgiani svolgerebbero egregiamente il ruolo di professori “ordinari” in un master di tecniche predatorie, con particolare riferimento a come praticare razzie nelle case entrando senza lasciare tracce evidenti.

Nel tempo, anche nel nostro paese, hanno confermato la loro alta specializzazione nel settore con centinaia di colpi messi a segno in molte città tra cui, per ultimo, Modena, Piacenza, Padova, Ravenna, Bologna, Genova come hanno evidenziato le minuziose indagini svolte dalla Polizia di Stato di Reggio Emilia che, coordinata dalla locale Procura della Repubblica e grazie al supporto info-investigativo dello SCO (Servizio Centrale Operativo) e dello (SCIP) Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, dopo alcuni anni di indagini, ha chiuso il cerchio alcuni giorni fa arrestando 55 georgiani (tra cui cinque donne), alcuni anche in Francia e Spagna (per altri 36 emanato un mandato di arresto europeo) per associazione a delinquere finalizzata a furti e rapine in abitazione, ricettazione e riciclaggio.

Un’operazione in grande stile che, nello specifico ambito criminale, non ha precedenti nel nostro Paese. La conferma, dunque, di quella operatività delle consorterie georgiane messa in  risalto già nelle analisi della DIA che anche nella sua ultima relazione del 2019 parlava di “una spiccata mobilità su tutto il territorio nazionale, con spostamenti verso le aree più ricche del centro-nord del Paese, nelle città metropolitane di Roma e Milano, fino anche in Puglia”.

Qualche volta la scelta degli obiettivi da depredare non è sempre azzeccata come è successo, nell’agosto del 2018, quando un gruppetto di georgiani decise di svaligiare la casa dei genitori di Salvini a quei tempi Ministro dell’Interno. I ladri, infatti, vennero arrestati pochi giorni dopo grazie ad una serrata indagine degli agenti della Squadra Mobile milanese (tutti vorremmo indagini così tempestive in casi del genere).

La spiccata specializzazione nei furti in appartamento, attività che malviventi georgiani privilegiano solo in Italia (in altri Paesi si dedicano al riciclaggio, allo spaccio di stupefacenti, all’uso di documenti falsi) è anche attribuibile alla facilità con cui da noi evidentemente si possono compiere tali attività e alla impunità sostanziale che si rileva.

Insomma, da noi i ladri georgiani vengono volentieri a svaligiare le case dove riescono ad entrare in genere con “delicatezza”, utilizzando la tecnica del lockpicking che consiste nell’aprire le serrature delle porte, anche quelle blindate, utilizzando grimaldelli e arnesi da scasso appositamente costruiti o semplici copie di chiavi alterate.

I georgiani fanno parte di quelle organizzazioni di carattere etnico strutturati in clan come le altre etnie che gravitano nella regione del Caucaso, tra cui gli azeri (dominano il mercato ortofrutticolo con modalità simili alla camorra), i daghestani (gestiscono il racket del piccolo commercio), gli osseti (si evidenziano nelle rapine).

I clan georgiani operativi in Italia sono risultati, in genere, di provenienza dalla capitale Tiblisi e dalle due città di Kutaisi e Rustavi. Eventuali momenti conflittuali tra soggetti appartenenti a gruppi diversi sono stati sempre risolti con l’intervento di connazionali maggiormente carismatici presenti in Italia o all’estero.

Fondamentale, infine, tenere alta l’attenzione investigativa su queste formazioni per evitare la nascita di altre strutture mafiose straniere.

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