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Dal giorno della memoria al giorno del ricordo. Al centro la sacralità del corpo

Pierluigi Ermini il . Chiesa, Migranti, Società

È trascorso pochissimo tempo dalla celebrazione del giorno della memoria e già ci apprestiamo a celebrare tra poche ore il giorno del ricordo.

Dai campi di concentramento alle fosse delle foibe, la nostra Europa (se ci aggiungiamo anche il massacro degli Armeni e gli eccidi di popoli slavi) negli ultimi 100 anni è stata terra di stermini e massacri.

Un passato che sembra purtroppo così attuale nei volti dei migranti che si muovono lungo la rotta Balcanica e si soffermano nel campo di Lipa in Bosnia.

In questa riflessione, che cerca di tenere insieme passato e presente, è il corpo e la sua sacralità il centro del mio pensiero.

Nella sua raccolta di poesie “Foglie d’erba” Walt Whitman scrive “se c’è qualcosa di sacro, il corpo umano è sacro”.

Nella sua biografia, scritta insieme a Curtis Bill Pepper, il dottor Christian Barnard, il medico che realizzò il primo trapianto di cuore, scrive che “il corpo umano è la cattedrale più grande che Dio abbia mai costruito”.

La nostra Europa, la terra di diritti umani, è anche la terra dove i corpi di tanti di noi perdono la loro sacralità e dove le cattedrali di Dio, come scrive Barnard, vengono ogni giorno abbattute.

Corpi che hanno sofferto e continuano a soffrire, costretti a muoversi in queste settimane tra la neve dei confini di Bosnia, Croazia, Slovenia, Italia per migliaia di chilometri rifiutati da tutti, senza trovare un rifugio, un fuoco che li scaldi, a volte senza scarpe, nutriti a stento.

La storia contemporanea d’Europa ha consegnato alla nostra memoria e al nostro ricordo corpi diventati a volte cenere e fumo che escono da un camino, altre volte persone gettate in una foiba, o uomini, donne e bambini costretti a fuggire dalla loro terra, dall’Istria, da Fiume o dalla Dalmazia, verso l’ignoto con una valigia in mano.

Ma sembriamo persone prive di memoria e assenti nel ricordo.

Oggi, complice la nostra indifferenza, alle porte di Trieste, o sulle spiagge della Libia, o nei campi di Lesbo e della Turchia, altri massacri si consumano.

Non voglio parlare di anime, di pensieri, di sentimenti, ma di corpi, di carne e ossa, di questo insieme di nervi, muscoli, sangue, cellule, che ci accompagnano e sono parte fondamentale della nostra vita.

Per noi Cristiani saranno con noi in qualche modo anche dopo la morte, visto che crediamo alla loro resurrezione.

E’ il corpo anche l’elemento essenziale del Giudizio Universale dipinto da Michengelo nella stupenda Cappella Sistina.

Vi è il corpo prorompente e bellissimo di Gesù che divide i salvati dai dannati, e ci sono i corpi, integri e belli, di chi si avvia verso il paradiso e quelli sfigurati e deformi di chi viene spinto verso l’Inferno.

Il corpo è lo spazio e il volume che Dio ci ha donato per esistere, per essere.

Celebrare il giorno della memoria e il giorno del ricordo vuol dire anche aiutare gli altri a custodire il proprio corpo, lenire le sofferenze e le ingiustizie di oggi per quanto sta nelle nostre personali possibilità.

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