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“Basta violenze sulla rotta balcanica”. L’appello del coordinamento enti locali per la pace

Graziella Di Mambro il . Giustizia, Internazionale, Istituzioni, Società

Un appello all’Unione Europea che parte dal basso e che richiama l’attenzione sulle violenze, i brutali pestaggi e le sofferenze inflitte alle centinaia di persone che cercano di entrare in Europa.

L’iniziativa è del Comune di Padova, sceso in campo insieme al Coordinamento Nazionale degli Enti Locali per la Pace e i Diritti Umani e al Centro Diritti Umani “Antonio Papisca” dell’Università di Padova. Gli autori del documento diretto al Consiglio d’Europa e alle Nazioni Unite si dicono profondamente indignati per quanto sta accadendo ai confini dell’Europa ed in particolare della Croazia, “ampiamente documentato da giornalisti, operatori umanitari e osservatori internazionali”. In specie viene sottolineato come siano allarmanti “le condizioni disumane in cui sono costrette da lunghe settimane, nel gelo di un rigido inverno, le persone che ogni giorno tentano il cosiddetto “game” per chiedere asilo in Europa”.

Nel lungo documento allegato all’appello viene richiamato quanto affermato dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani laddove ricorda che “il riconoscimento della dignità inerente a tutti i membri della famiglia umana e dei loro diritti, uguali ed inalienabili, costituisce il fondamento della libertà, della giustizia e della pace nel mondo”, nonché ciò che è stabilito dalla Convenzione sui Rifugiati del 1951, dalla Convenzione Europea sui Diritti Umani e le leggi europee, che  chiedono agli Stati di proteggere i diritti delle persone in cerca di asilo anche se arrivano in modo illegale e che le autorità non possono respingere le persone senza aver verificato le reali condizioni di tutte le persone in cerca di protezione.

Ma, soprattutto, si chiede di rispettare la dignità e la vita umana, un obbligo legale e morale. Un punto ribadito con sentenza dal Tribunale di Roma lo scorso 18 gennaio che ha definito illegittimo il comportamento delle autorità italiane che respingono i richiedenti asilo senza raccogliere le loro domande.

E d’altro canto anche Papa Francesco ha detto che i rifugiati sono uomini e donne, bambini, giovani e anziani “in cerca di pace” e che rispondere a questa domanda è necessario combinare quattro azioni, ossia “accogliere, proteggere, promuovere e integrare” e dare attuazione ai Patti Globali dell’Onu sulle migrazioni e sui rifugiati”. L’obiettivo è quello di ottenere un intervento immediato dell’Europa sulla rotta balcanica.

Al tal fine vengono altresì riproposte le raccomandazioni della rete “RiVolti ai Balcani”. Sul piano pratico è necessario  mettere a disposizione immediata le risorse economiche e le strutture necessarie per soccorrere le persone bloccate in condizioni disumane nel nord ovest della Bosnia e assicurare almeno il rispetto della loro dignità, nonché  utilizzare tutte le misure necessarie per mettere fine alle violenze delle polizie coinvolte nei respingimenti fermando altresì i respingimenti a catena, le riammissioni
e le espulsioni collettive e garantendo a tutti l’accesso alla procedura di asilo.

Fonte: Articolo 21

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