Il giornalista nell’età dello smart working
Lo smartworking è una bella invenzione o una trappola che ucciderà il giornalismo?
Il giornalista che sta a casa, lo smart working, il redattore agile, costituiscono la novità di questi terribili mesi, nei quali anche le aziende dell’informazione di fronte al pericolo del contagio hanno cercato in ogni modo di resistere e limitare i rischi. Molte testate hanno lavorato e lavorano ancora così, è una bella invenzione o una trappola che finirà per uccidere il nostro già malconcio mestiere?
La Fondazione Murialdi ha aperto una discussione all’interno della categoria culminata in un seminario il 17 settembre 2020 con gli interventi del direttore di Repubblica Maurizio Molinari, del professore Mario Morcellini dell’Università La Sapienza di Roma, del professore Massimo Pallini dell’Università degli Studi di Milano, del professore Marino Bonaiuto dell’Università la Sapienza di Roma, del presidente della Casagit Daniele Cerrato, del segretario generale della Fnsi Raffaele Lorusso, della presidente dell’Inpgi Marina Macelloni e della presidente della Commissione Pari Opportunità della Fnsi Mimma Caligaris.
Fondazione sul Giornalismo “Paolo Murialdi”
Il giornalista nell’età dello smart working
All Around, 2021
Pagg. 192, € 16,00
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Giornalismo e smart working, una trasformazione da governare
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