NEWS

Aemilia. Nuove sentenze, nuovi processi

Sofia Nardacchione il . Emilia-Romagna, Mafie, Società

Assoluzioni, sconti, proscioglimenti, ma l’impianto accusatorio di Aemilia è confermato: quella presente in Emilia-Romagna è un’associazione mafiosa radicata e autonoma in regione. A stabilirlo sono i giudici della Corte d’Appello di Bologna che il 17 dicembre scorso, nell’aula bunker del carcere della Dozza, nel capoluogo emiliano, hanno emesso la sentenza di secondo grado.

Dopo la sentenza di primo grado, quelle del rito abbreviato e le numerose sentenze dei filoni nati dal maxiprocesso, arriva così un’ulteriore conferma sulla ‘ndrangheta emiliana radicata da decenni in regione, al centro di quello che viene ritenuto il più grande procedimento giudiziario contro la mafia nel Nord Italia.

I numeri: 712 anni di carcere comminati, rispetto agli oltre mille della precedente sentenza. Una diminuzione dovuta all’unione dei riti ordinario ed abbreviato, dopo lo sdoppiamento del febbraio del 2018. Uno sdoppiamento dovuto all’aggiunta di nuove dichiarazioni da parte del Pubblico Ministero, che hanno provato che l’attività delittuosa degli imputati non si erano fermati il 28 gennaio 2015, giorno dell’operazione Aemilia, ma erano andati avanti nonostante l’operazione, le imputazioni e le condanne.

Ci sono poi 25 assoluzioni, contro le 91 condanne, oltre a proscioglimenti e reati caduti in prescrizione, come quelle riguardante i reati ambientali, come già in primo grado. Reati ambientali legati principalmente alla ricostruzione post-terremoto e allo smaltimento illecito di amianto e materiali, che sarebbero stati miscelati dalla ‘ndrangheta e dalle aziende ad essa connesse con terre da scavo prima di essere utilizzati nella ricostruzione di aree vicine a campi di accoglienza dove vivevano le persone che avevano perso la propria casa nel terremoto del 2012, scuole, cimiteri, parchi pubblici. A livello giudiziario, quindi, questo smaltimento illecito non ha colpevoli e tutto il lavoro di bonifica sarà a spese non solo di salute ma anche economiche dei cittadini.

Sempre legata alla ricostruzione post-terremoto è l’assoluzione di Augusto Bianchini per quanto riguarda il reato di caporalato, di cui era accusato insieme ad alcuni boss di ‘ndrangheta, a partire da Michele Bolognino, per lo sfruttamento dei 13 operai che lavoravano per la sua azienda, la Bianchini Costruzioni srl dopo il sisma del maggio del 2012. Una assoluzione che si scontra con le intercettazioni che xxxx

Traditori dello Stato

Proseguono intanto gli altri filoni nati dal maxiprocesso e che raccontano l’espansione della ‘ndrangheta in Emilia-Romagna. Il 17 dicembre scorso è iniziato il processo definito “Traditori dello Stato”, in cui gli imputati sono accusati di aver intimidito le Istituzioni che hanno emesso alcuni provvedimenti interdittivi sfavorevoli alle aziende legate alla ‘ndrangheta. Si tratta di funzionari della Prefettura di Modena e imprenditori e di un politico: Carlo Giovanardi.

L’ex senatore del Popolo della Libertà, dopo anni di rinvii e di attese a causa del suo ruolo, all’epoca dei fatti, di senatore e della conseguente immunità, a novembre del 2020, è stato rinviato a giudizio. Le accuse sono di minacce a corpo politico, amministrativo e giudiziario, rivelazione di segreti d’ufficio, minacce e oltraggio a pubblico ufficiale per le presunte pressioni esercitate nel 2016 su funzionari della prefettura e del gruppo interforze di Modena a favore della ditta di costruzioni Bianchini.

Un processo importante in cui è però stato escluso il 416bis, a causa di una interpretazione delle Sezioni Unite della Corte di Cassazione sull’aggravante del metodo mafioso. Una esclusione che porta con sé l’alto rischio di prescrizione dei reati.

Aemilia, l’appello bis

C’è anche un altro politico che era coinvolto nel processo Aemilia: Giuseppe Pagliani, ex capogruppo del Popolo della Libertà nel Consiglio comunale di Reggio Emilia. Pagliani era accusato in Aemilia di aver contribuito a rafforzare il gruppo ‘ndranghetista emiliano in cambio della promessa di un aiuto alle successive elezioni.

Dopo essere stato assolto in primo grado, condannato in secondo, rimandato dalla Cassazione in Appello, è stato ora di nuovo assolto, nella sentenza del 23 dicembre della Corte d’Appello di Bologna.

Intanto proseguono i processi, in una sfilza di procedimenti che continuano da quel 28 gennaio del 2015, giorno dell’operazione Aemilia, quando l’allora procuratore antimafia Franco Roberti aveva affermato che per far emergere il radicamento della ‘ndrangheta in Emilia-Romagna ci sarebbe voluti anni.

Aemilia Dispositivo Sentenza Appello 17 12 2020

Trackback dal tuo sito.

Premio Morrione

Premio Morrione Finanzia la realizzazione di progetti di video inchieste su temi di cronaca nazionale e internazionale. Si rivolge a giovani giornalisti, free lance, studenti e volontari dell’informazione.

leggi

LaViaLibera

logo Un nuovo progetto editoriale e un bimestrale di Libera e Gruppo Abele, LaViaLibera eredita l'esperienza del mensile Narcomafie, fondato nel 1993 dopo le stragi di Capaci e via D'Amelio.

Vai

Articolo 21

Articolo 21: giornalisti, giuristi, economisti che si propongono di promuovere il principio della libertà di manifestazione del pensiero (oggetto dell’Articolo 21 della Costituzione italiana da cui il nome).

Vai

I link