La violenza della criminalità minorile: un fenomeno angosciante
Toccherà ai sociologi specializzati in criminologia cercare di individuare le cause dei comportamenti delinquenziali, spesso violenti, di molti giovani e giovanissimi che si stanno verificando in diverse città e che si sono acentuati in queste ultime settimane.
A cominciare dalle “scazzottate” che ci sono state in alcuni parchi e piazze romane (episodi analoghi anche a Gaeta, a Venezia, a Palermo, a Torino) con il coinvolgimento di decine di ragazzi (italiani e stranieri) alcuni dei quali, poi, si sarebbero giustificati affermando che “si annoiavano” e non sapevano cos’altro fare per passare il tempo.
Sconcertanti affermazioni che debbono far riflettere perché la maggioranza dei minorenni coinvolti nelle risse (di questo si tratta, di un delitto) sono studenti che non stanno frequentando le scuole superiori ancora chiuse per la nota situazione di emergenza sanitaria.
Nell’attesa che riprendano presto le lezioni in presenza nelle aule, riservando magari qualche ora settimanale all’insegnamento delle regole generali del vivere civile, proviamo a riepilogare alcuni dei tanti episodi di cronaca che siamo riusciti ad annotare in questi venti giorni di dicembre nella convinzione di come il problema della devianza giovanile minorile non possa riguardare solo la magistratura specializzata e le forze di polizia (nelle Questure ci sono specifiche articolazioni che si interessano dei minori) ma anche e soprattutto le famiglie, la scuola, il mondo del volontariato sociale e umanitario, la chiesa.
Novembre era appena terminato con la brutta storia di un uomo che, a Bologna, era stato aggredito e rapinato in strada da tre minorenni di origine tunisina (arrestati dalla Polizia) che gli avevano addirittura rotto una bottiglia in testa per rubagli la borsa che teneva a tracolla, che a Ventimiglia viene arrestato un ragazzo appena sedicenne al quale vengono addebitati ben otto furti tra consumati e tentati in alcuni negozi del centro cittadino.
Ma la notizia sconvolgente è quella dell’arresto a Monza di due ragazzi, di quattordici e quindici anni, accusati dell’omicidio di un uomo per fatti collegati alla droga. E violenze ancora quelle di cui si sono resi responsabili cinque minorenni a Varese (tutti arrestati dalla Polizia) con una serie di rapine, persino in danno di un minore disabile, per impossessarsi di cellulari, portafogli e sneaker.
Da criminale consumato, poi, il sedicenne bloccato dalla squadra mobile di Brescia con tre etti di hashish pronti per essere smerciati e con uno storditore elettrico che avrebbe potuto essere utilizzato anche per commettere altri reati. Deprimente la vicenda di una “spedizione punitiva”, organizzata a Padova da un diciassettenne italiano di seconda generazione, con una dozzina di studenti per infliggere una punizione al “rivale in amore” conclusa con l’intervento della Polizia e la denuncia di sei minorenni per tentata rapina e violenza privata.
Una lite tra ragazzi finisce a coltellate a Cagliari con un diciassettenne ricoverato in ospedale. A Genova viene arrestato il “capo”, diciassettenne, di una baby gang che rapinava i ragazzini all’uscita delle scuole rubando il cellulare o la paghetta.
A Napoli, un quindicenne che aveva scippato la borsa insieme ad un coetaneo, viene fermato poco dopo dagli agenti di polizia mentre ad Agrigento due giovani stranieri di quindici e sedici anni ospiti del centro di accoglienza di Siculiana vengono arrestati per una serie di rapine, estorsioni, percosse e violenza privata in danno di altri giovanissimi stranieri.
Nello spaccio di stupefacenti, poi, sono ancora tanti i minori denunciati all’autorità giudiziaria, 741 nel 2020, alla data del primo dicembre, anche se in calo rispetto agli ultimi anni.
Trackback dal tuo sito.