Don Ciotti su Famiglia Cristiana: «L’indifferenza uccide: basta commuoversi, occorre muoversi»
La tragedia del piccolo Youssef e la miseria dilagante. Don Luigi Ciotti, fondatore del Gruppo Abele e di Libera interviene sul numero di Famiglia Cristiana da domani in edicola: «L’indifferenza uccide; basta commuoversi, occorre muoversi».
Partendo dalle parole pronunciate da papa Francesco domenica scorsa («in vista di questo Natale accerchiato dalla pandemia, dovremmo chiederci non tanto cosa comprare ma cosa possiamo dare a chi non ha nulla»), don Ciotti denuncia «il silenzioso Olocausto che si consuma da decenni sulla pelle di poveri e migranti», sottolineando che è proprio questa inerzia «ciò che c’impedisce di salvarci, perché la salvezza è collettiva come la libertà e la dignità: non ci si può salvare a scapito di qualcuno, ci si salva soltanto insieme».
«La prima e più urgente misura», prosegue don Ciotti «è annullare le disuguaglianze economiche (meglio chiamarle ingiustizie) che la pandemia ha reso ancora più acute e evidenti. Ben vengano i cosiddetti “fondi di recupero” europei, ma immesso in questo sistema economico il denaro non sanerà mai iniquità che sono strutturali. “Sistema ingiusto alla radice”, l’ha definito senza mezzi termini Bergoglio. Secondo passo per un cambiamento di pensiero e di costume: impegnarci ciascuno nel suo piccolo per sanare le distanze sociali e economiche
«Quando arriveremo a capire che dare agli altri è dare a sé stessi», conclude don Ciotti, «ai poveri sarà restituito quello che è stato loro tolto in termini di dignità e libertà, ai bambini il diritto di una vita di amore, protezione e gioco, agli anziani la cura e l’ascolto di cui necessitano, ai migranti la possibilità di cercare l’oltre e l’altrove per libera scelta, non perché costretti da guerre o carestie provocate da un’economia omicida e da una politica troppo spesso passiva o complice».
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